sabato, Agosto 16, 2025

Stasera il vertice in Alaska. Cresce l’attesa per l’incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump

L’incontro di Anchorage, in Alaska, tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin si terrà oggi alle 11 ora locale (le 21 in Italia). Lo ha reso noto la Casa Bianca in un comunicato stampa. Trump partirà dalla Casa Bianca alle 6:45 di venerdì (le 12:45 in Italia) e lascerà Anchorage alle 17:45 dello stesso giorno (ora dell’Alaska, le 3 di sabato in Italia). Il suo ritorno alla Casa Bianca è previsto per sabato mattina. Ieri il Cremlino aveva affermato che l’incontro sarebbe cominciato alle 11:30 ora locale (le 21:30 in Italia). I riflettori del mondo puntati sull’Alaska. Ad anchorage è tutto pronto per lo storico incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin che, sulla carta, offre una seria chance per la pace in Ucraina dopo tre anni e mezzo di duro conflitto. Il faccia a faccia tra i due leader, però, si presenta come una vera e propria partita a scacchi: “Ci sono il 25% di probabilità che non vada bene”, ha messo le mani avanti il presidente americano, dicendosi comunque convinto che il leader del Cremlino voglia un accordo. 

Cosa succede se il vertice si chiude in modo positivo o negativo

Se il vertice si concluderà positivamente, Trump ha assicurato che chiamerà subito Volodymyr Zelensky per organizzare un “secondo incontro”, un vertice trilaterale. “Sarà molto, molto importante perché a quel punto sarà quello in cui faranno un accordo. Ho già tre locations in mente”, ha assicurato, ventilando anche l’ipotesi di “includere qualcuno degli europei’. Se però il faccia a faccia dovesse andare male “non chiamerò nessuno”, né Zelensky né gli europei, e “tornerò a Washington”, ha avvertito il presidente americano. E a questo punto, di fronte a una debacle, alla Casa Bianca non resterebbe altro che l’arma delle sanzioni contro Mosca, sventolata più volte ma finora mai attuata, fatta eccezione per quelle secondarie imposte all’india per gli acquisti di petrolio russo. 

Trump lavorerà per una pace immediata

Ammettendo che un cessate il fuoco immediato è improbabile a dispetto del pressing del leader ucraino e dei suoi alleati, il Tycoon si è dichiarato più “interessato a una pace immediata”. E per questa lavorerà: “Faremo del nostro meglio”, ha assicurato. In un possibile accordo di pace rientrerebbero – secondo quanto offerto da Trump – anche garanzie di sicurezza a Kiev sotto l’ombrello degli Stati Uniti, ma non della Nato. E la sicurezza futura dell’Ucraina è stata al centro dell’incontro fra Zelensky e il primo ministro britannico Keir Starmer. I due leader a Londra hanno concordato che il vertice in Alaska offre “una concreta chance di progresso, a patto che Putin agisca in modo tale da provare di essere serio riguardo alla pace”. 

I Paesi europei per ora stanno alla finestra

E così come il presidente ucraino, i leader europei restano alla finestra in attesa di conoscere gli esiti dell’atteso incontro fra speranze e timori. Probabile una nuova videocall nel weekend per discutere i risultati del summit, nell’attesa che Trump si faccia vivo. 

Le proposte che Trump farà a Putin

Per convincere Mosca a mettere fine alle ostilità, the Donald arriva in Alaska con in tasca una serie di proposte: sul piatto offrirà dalla revoca di alcune sanzioni alla possibilità per la Russia di accedere ai minerali e alle terre rare in Alaska e nei territori ucraini attualmente occupati da Mosca. Se per Putin, la cui economia è sempre più in difficoltà sotto il peso della guerra, sarà abbastanza è tutto da vedere. 

Gli interessi del Cremlino

Il Cremlino appare al momento più interessato ai territori ucraini, e al loro riconoscimento sotto il controllo russo. “Ci sara’ uno scambio”, ha ribadito ancora una volta Trump senza entrare nei dettagli e nonostante la contrarietà di Kiev e dell’Europa. Fra le ipotesi allo studio ci sono quelle di ricalcare i modelli della Corea o della Cisgiordania, così da aggirare i limiti imposti dalla costituzione ucraina e le resistenze degli alleati. Ma per Putin le divergenze fra le due sponde dell’atlantico sono un’opportunità per presentare Kiev e i suoi alleati europei – e non la Russia – come i veri ostacoli alla fine della guerra, e per provare a gettare le basi per separare il dossier dei rapporti fra Washington e Mosca dal destino dell’Ucraina. Fra giravolte e attese stemprate Trump, comunque, si presenta ad Anchorage – secondo gli osservatori – come colui che ha più da perdere. Molto diversa la posizione di Putin, riuscito a conquistare un summit in territorio americano, a deviare (almeno per ora) le minacce di sanzioni e, soprattutto, rilanciare la Russia come una delle poche potenze mondiali con legittime sfere di influenza. Il ministro degli Affari Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha scritto in un post sui social che “la posizione dell’Ucraina e dei nostri partner sulla via della pace è chiara e basata su principi: non può essere definita senza l’Ucraina e i negoziati possono essere efficaci solo dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco”. Dichiarazioni che arrivano alla vigilia del vertice Trump-Putin. “Nessuno vuole la pace più degli europei. Ma la Russia – ha sostenuto – vede il senso della propria esistenza nel combattere. La Russia preferisce erigere nuovi muri sulla nostra strada verso una pace giusta e duratura. La Russia vuole murare la nostra libertà. Tuttavia, l’unità transatlantica delle democrazie è più forte dell’imperialismo russo. Ed è proprio con la forza comune transatlantica che siamo in grado di raggiungere una pace dignitosa in una sicurezza affidabile” ha concluso Sybiha. “Il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe cogliere l’opportunità di un “cessate il fuoco” durante i colloqui con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Alaska. Lo ha affermato il cancelliere tedesco Friedrich Merz. L’obiettivo deve essere un vertice a cui partecipi anche il presidente dell’Ucraina Zelensky”. Poi ha aggiunto che Trump “può ora compiere un passo importante verso la pace” a più di 3 anni dall’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Il presidente russo Vladimir Putin ha elogiato le truppe nordcoreane inviate a combattere in Ucraina definendole “eroiche” in una lettera a Kim Jong-un. Lo riferiscono i media statali nordcoreani. In una lettera che celebra l’anniversario della liberazione della Corea dal dominio giapponese, Putin ha ricordato come le unità dell’Armata Rossa sovietica e le forze nordcoreane abbiano combattuto insieme per porre fine all’occupazione coloniale giapponese. “I legami di amicizia militante, buona volontà e mutuo soccorso che si sono consolidati nei giorni della guerra ormai lontana rimangono solidi e affidabili anche oggi” ha affermato Putin in una lettera resa nota dai media statali nordcoreani. “Ciò è stato pienamente dimostrato dall’eroica partecipazione dei soldati della Repubblica Popolare Democratica di Corea alla liberazione del territorio della regione di Kursk dagli occupanti ucraini – ha affermato, secondo l’agenzia di stampa KCNA – il popolo russo conserverà per sempre il ricordo del loro coraggio e del loro sacrificio”. Putin ha aggiunto che i due paesi continueranno ad “agire congiuntamente e difendere efficacemente la loro sovranità, contribuendo in modo significativo alla creazione di un ordine mondiale giusto e multipolare”.

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