sabato, Agosto 16, 2025

Caso Raoul Bova, depositato il marchio sulle frasi dei vocali WhatsApp: “Così stop alla diffusione illecita”

Nei primi giorni di agosto i legali di Raoul Bova hanno depositato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi alcune delle frasi contenute nei vocali WhatsApp diventati oggetto dell’indagine della Procura di Roma, che ipotizza il reato di tentata estorsione ai danni dell’attore. Tra le espressioni finite sotto tutela c’è anche “occhi spaccanti”, diventata virale dopo che i messaggi inviati da Bova alla modella Martina Ceretti erano stati resi pubblici da Fabrizio Corona. “La nostra è un’iniziativa che punta a bloccare la diffusione illecita del contenuto degli audio – spiega l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, legale di Bova –. Tutto l’incartamento è ora al vaglio dell’Ufficio Brevetti. Ci vorranno alcune settimane, ma se otterremo il via libera quelle frasi non potranno essere utilizzate senza il permesso di Raoul, altrimenti si andrà incontro a sanzioni”. Un passo legale che mira a frenare l’eco mediatica del caso e a garantire all’attore un maggiore controllo sull’utilizzo delle espressioni diventate oggetto di scherno e speculazione.

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