Papa Leone XIV è arrivato questa mattina in piazza della Libertà a Castel Gandolfo per la celebrazione eucaristica nella parrocchia di San Tommaso da Villanova, in occasione della Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Una ventina i sacerdoti che concelebrano con il Pontefice. Leone è stato accolto dall’entusiasmo dei fedeli che in centinaia gremiscono il sagrato della chiesa. Il Papa dal Palazzo apostolico ha raggiunto a piedi la parrocchia, fermandosi più volte a salutare e a benedire i bambini. I primi fedeli sono arrivati per prendere posto già prima delle 7.30. Il Papa all’Angelus, nella festa dell’Assunta, ha citato Dante e in particolare l’ultimo canto del Paradiso, nella preghiera messa in bocca a San Bernardo. Maria è “sorgente viva, zampillante di speranza. Sorelle e fratelli, questa verità della nostra fede è perfettamente intonata al tema del Giubileo che stiamo vivendo: ‘Pellegrini disperanza’. Il pellegrino ha bisogno della meta che orienti il suo viaggio: una meta bella, attraente, che guidi i suoi passi e lo rianimi quando è stanco, che ravvivi sempre nel suo cuore il desiderio e la speranza. Nel cammino dell’esistenza questa meta è Dio, Amore infinito ed eterno, pienezza di vita, di pace, di gioia, di ogni bene. Il cuore umano è attratto da tale bellezza e non è felice finché non la trova; e in effetti rischia di non trovarla se si perde in mezzo alla ‘selva oscura’ del male e del peccato”, ha detto Papa Leone. “Sulla croce Gesù liberamente ha pronunciato il ‘sì’ che doveva svuotare di potere la morte, quella morte che ancora dilaga quando le nostre mani crocifiggono e i nostri cuori sono prigionieri della paura e della diffidenza” ha detto Papa Leone XIV nell’omelia. “Sulla croce la fiducia ha vinto, ha vinto l’amore che vede ciò che ancora non c’è, ha vinto il perdono”, ha sottolineato il Pontefice. “Oggi non è domenica, ma in modo diverso celebriamo la Pasqua di Gesù che cambia la storia. In Maria di Nazaret c’è la nostra storia, la storia della Chiesa immersa nella comune umanità. Incarnandosi in essa il Dio della vita e della libertà ha vinto la morte. Sì – ha aggiunto Leone -, oggi contempliamo come Dio vince la morte, mai senza di noi. Suo è il regno, ma nostro è il ‘sì’ al suo amore che tutto può cambiare”. Poi il Pontefice ha sottolineato il ruolo degli operatori di pace: “Le comunità cristiane povere e perseguitate, i testimoni della tenerezza e del perdono nei luoghi di conflitto, gli operatori di pace e i costruttori di ponti in un mondo a pezzi sono la gioia della Chiesa” ha detto, ricordando che “molti di loro sono donne” e ha aggiunto “lasciamoci convertire dalla loro testimonianza!”. Dopo la celebrazione il Pontefice ha ricevuto in dono dalla parrocchia una copia del quadro di San Tommaso da Villanova che si trova sull’altare destro della chiesa. Uscito dalla chiesa di San Tommaso da Villanova ha salutato i tanti fedeli che lo hanno atteso, rientrando poi al Palazzo apostolico per la recita dell’Angelus.
La messa a Castel Gandolfo, il Papa cita Dante: “Non perdersi nella selva oscura del male”
