sabato, Agosto 16, 2025

Torre Flavia, allarme per le “Chelydra serpentina” e i granchi blu: le specie aliene minacciano l’ecosistema

Sembrano innocue, ma sono una minaccia silenziosa per la biodiversità. Nelle acque della palude di Torre Flavia si moltiplicano le “Chelydra serpentina”, tartarughe alloctone provenienti dall’America, introdotte illegalmente da privati che, dopo averle acquistate da piccole, le hanno liberate in natura una volta cresciute. “Entrano in competizione con le nostre testuggini palustri europee, molto meno aggressive e già in diminuzione – spiega Corrado Battisti, gestore della riserva protetta per la Città Metropolitana di Roma Capitale –. È un problema serio per l’equilibrio dell’ecosistema”. Della loro presenza si era parlato già lo scorso anno, dopo un report pubblicato da una rivista scientifica europea. Oggi, però, le tartarughe sono migliaia, tanto da destare forte preoccupazione tra ricercatori e studenti impegnati nel monitoraggio della riserva. A peggiorare la situazione ci pensano anche i granchi blu, arrivati anch’essi dagli Stati Uniti. Specie vorace e prolifica – ogni femmina può deporre migliaia di uova – hanno colonizzato in breve tempo le foci dello Zambra a Cerveteri, del Vaccina e del Sanguinara a Ladispoli, fino all’area del Marangone a Civitavecchia. La loro diffusione ha già provocato danni concreti: predano con aggressività le risorse ittiche locali e hanno contribuito al calo delle vongole, con conseguente aumento dei prezzi nelle pescherie. Due emergenze, quelle delle tartarughe americane e dei granchi blu, che rischiano di stravolgere gli equilibri naturali del litorale laziale, sostituendosi alle specie autoctone e compromettendo il fragile ecosistema delle zone umide.

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