lunedì, Agosto 18, 2025

Il Papa all’Angelus: “Vadano a buon fine le trattative per far cessare le guerre”

Alla messa nel Santuario di Santa Maria della Rotonda in Albano, Papa Leone XIV, ha pregato per i governanti del mondo affinché le loro scelte siano guidate e liberate “da interessi personali e di parte” e invece favoriscano “la promozione del bene per ogni persona”. Il Papa nell’omelia ha invitato a “non vivere più per noi stessi” e a “portare il fuoco nel mondo. Non il fuoco delle armi, e nemmeno quello delle parole che inceneriscono gli altri. Questo no. Ma il fuoco dell’amore, che si abbassa e serve, che oppone all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza; il fuoco della bontà, che non costa come gli armamenti, ma gratuitamente rinnova il mondo. Può costare incomprensione, scherno, persino persecuzione, ma non c’è pace più grande di avere in sé la sua fiamma”, ha sottolineato il Papa. “Agire nella verità costa, perché nel mondo c’è chi sceglie la menzogna”. Lo ha detto il Papa all’Angelus da Piazza della Libertà a Castel Gandolfo. “Gesù, però, ci invita, con il suo aiuto, a non arrenderci e a non omologarci a questa mentalità, ma a continuare ad agire per il bene nostro e di tutti, anche di chi ci fa soffrire. Ci invita – ha proseguito Papa Leone – a non rispondere alla prepotenza con la vendetta, ma a rimanere fedeli alla verità nella carità. I martiri ne danno testimonianza spargendo il sangue per la fede, ma anche noi, in circostanze e con modalità diverse, possiamo imitarli”. “Preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace, affinché nelle trattative si ponga sempre al primo posto il bene comune e i popoli”. Così Papa Leone XIV al termine dell’Angelus. “Siamo tutti chiamati a servire Gesù” ha ricordato il Pontefice all’inizio della messa, cui hanno partecipato gli operatori della Caritas locale con i loro assistiti, e Papa Leone ha detto loro: “Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito, tra chi sembra dare e chi sembra ricevere, tra chi appare povero e chi sente di offrire tempo, competenze, aiuto. Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti, ognuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per gli altri”. Quindi ha aggiunto: “Abbattiamo i muri”, perché “solo insieme, solo diventando un unico Corpo in cui anche il più fragile partecipa in piena dignità, siamo il Corpo di Cristo, la Chiesa di Dio. Questo avviene quando il fuoco che Gesù è venuto a portare brucia i pregiudizi, le prudenze e le paure che emarginano ancora chi porta scritta la povertà di Cristo nella propria storia”. Papa Leone XVI ha poi concluso: “Non lasciamo fuori il Signore dalle nostre chiese, dalle nostre case e dalla nostra vita. Nei poveri, invece, lasciamolo entrare e allora faremo pace anche con la nostra povertà, quella che temiamo e neghiamo quando cerchiamo a ogni costo tranquillità e sicurezza”. Dopo la celebrazione eucaristica e la recita dell’Angelus (a Castel Gandolfo) il pranzo con una rappresentanza dei poveri del territorio (110 persone), ospiti delle strutture di accoglienza del territorio e delle case famiglia, persone senza fissa dimora e utenti dei Centri di ascolto. Circa 500 le persone presenti fuori al Santuario diocesano di Santa Maria della Rotonda ad Albano, ha reso noto la Gendarmeria vaticana.

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