L’ultima proposta di Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi avrebbe sostanzialmente ceduto su due richieste israeliane: è quanto riporta le rete televisiva israeliana Channel 12. In sostanza, Hamas avrebbe accettato il rilascio di 150 detenuti palestinesi condannati all’ergastolo (contro i 200 chiesti precedentemente e i 125 accettati da Israele) e la larghezza della zona cuscinetto lungo il confine del Territorio costiero compresa fra 800 metri e un chilometro, più o meno equivalente alla richiesta dello Stato ebraico di 1-1,2 km. “Per la prima volta dopo settimane Hamas è disposto a discutere un accordo per la liberazione degli ostaggi, e lo fa solo per il timore che intendiamo seriamente conquistare Gaza City”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz durante una visita alla Divisione Gaza insieme al premier Benjamin Netanyahu e al capo di stato maggiore Eyal Zamir. Katz ha ribadito che la conquista della città “porterà alla sconfitta di Hamas”. Lo riporta il Times of Israel. Il ministro ha spiegato che “il focus su Gaza City deriva dal fatto che essa è un centro di gravità militare, governativo e simbolico. La leadership è lì, e lì restano le principali infrastrutture dell’ala militare. Hamas sa anche che questo è ormai il cuore del suo potere”.
Per questo, ha sottolineato, “vediamo che per la prima volta, dopo settimane in cui Hamas non era affatto disposto a discutere alcun accordo per la liberazione degli ostaggi, nonostante Turchia e Qatar lo avessero già sollecitato, improvvisamente la questione è sul tavolo”. Katz ha concluso affermando che “la ragione è chiara: solo il timore che intendiamo seriamente conquistare Gaza City spinge Hamas a discutere”. Intanto, l’Idf ha ricevuto il via libera dal generale Zamir ai piani per un’offensiva mirata alla presa della città.Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 62.004, la maggior parte delle quali donne e bambini, dall’inizio dell’aggressione israeliana nell’ottobre 2023. Almeno altre 156.230 persone sono rimaste ferite. Lo rivelano fonti mediche all’agenzia palestinese Wafa. “Ho sentito le notizie dei media e da questo emerge una cosa: Hamas è sotto un’enorme pressione”. E’ questa la dichiarazione diffusa da Benjamin Netanyahu, e ripresa da Barak Ravid, a commento della risposta con cui Hamas ha accettato la proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata dai mediatori di Qatar e Egitto. Da quando Israele ha ripreso le ostilità nel marzo scorso – aggiungono le fonti – almeno 10.460 civili sono stati uccisi e altri 44.189 sono rimasti feriti. Nelle ultime 24 ore, 27 palestinesi sono stati uccisi e 281 feriti mentre cercavano di accedere agli aiuti umanitari. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha iniziato a discutere una risoluzione redatta dalla Francia per estendere di un anno la forza di pace dell’Onu nel Libano meridionale, con l’obiettivo finale di ritirarla. Secondo quanto riferito, Israele e Stati Uniti si sono opposti al rinnovo del mandato della forza e non è chiaro se la bozza di testo abbia il sostegno di Washington, che esercita un diritto di veto sul Consiglio. Un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha dichiarato: “Non commentiamo i negoziati in corso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, mentre proseguono i colloqui sul destino delle Forze di interposizione dell’Onu in Libano (Unifil), schierata dal 1978 per separare Libano e Israele. Il testo, riportato per la prima volta dall’agenzia di stampa Reuters, “estenderebbe il mandato dell’Unifil fino al 31 agosto 2026”, ma “indica l’intenzione di lavorare al ritiro dell’Unifil”. Questo avverrebbe a condizione che il governo libanese sia “l’unico garante della sicurezza nel Libano meridionale e che le parti concordino un accordo politico globale” si legge. In base alla tregua che ha posto fine alla recente guerra tra Israele e Hezbollah, sostenuto dall’Iran, l’esercito di Beirut si è schierato nel Libano meridionale e ha smantellato le infrastrutture dell’organizzazione militante. Il Libano si è trovato alle prese con la spinosa questione del disarmo di Hezbollah, con il governo che questo mese ha incaricato l’esercito di elaborare un piano per farlo entro la fine dell’anno. Il gruppo sostenuto dall’Iran ha respinto l’ordine. In base alla tregua, Israele avrebbe dovuto ritirarsi completamente dal Libano, sebbene abbia mantenuto le sue forze in diverse aree che ritiene strategiche e continui a condurre attacchi in tutto il Libano. Le forze israeliane hanno anche avuto scontri tesi con i caschi blu delle Nazioni Unite. La bozza di risoluzione in discussione “chiede inoltre un rafforzamento degli sforzi diplomatici per risolvere qualsiasi controversia o riserva relativa al confine internazionale tra Libano e Israele”. Il voto del consiglio di 15 membri è previsto per il 25 agosto, prima della scadenza del mandato della forza alla fine del mese. Un numero record di 383 operatori umanitari sono stati uccisi nel 2024. Lo rendono noto le Nazioni Unite, definendo le cifre una “vergognosa accusa” di apatia internazionale e avvertendo che il bilancio delle vittime di quest’anno è altrettanto preoccupante. La cifra del 2024 è aumentata del 31% rispetto all’anno precedente, hanno affermato le Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale umanitaria, “guidata dagli incessanti conflitti a Gaza, dove sono stati uccisi 181 operatori umanitari, e in Sudan, dove 60 hanno perso la vita”. Oltre alle vittime, lo scorso anno sono rimasti feriti 308 operatori umanitari, 125 sono stati rapiti e 45 sono stati arrestati. “Anche un solo attacco contro un collega umanitario è un attacco a tutti noi e alle persone che serviamo” ha affermato il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher. “Attacchi di questa portata sono una vergognosa accusa all’inazione e all’apatia internazionale”. I dati provvisori dell’Aid Worker Security Database mostrano che quest’anno, al 14 agosto, sono stati uccisi 265 operatori umanitari.
Hamas accetta l’ultima proposta di tregua di Egitto e Qatar. Israele: “Pronti a invadere Gaza”
