Raggiungere la Necropoli della Banditaccia, sito Unesco dal 2004 e fiore all’occhiello del litorale laziale, si conferma una vera odissea per i turisti. Partendo dalla Capitale, l’opzione più comune è il treno fino alla stazione di Cerenova, seguita da taxi o mezzi privati, con una spesa extra non indifferente. Residenti e comitati locali denunciano da tempo l’isolamento del sito archeologico. «Un controsenso per una città che si definisce importante dal punto di vista storico – commenta Enzo Musardo, presidente del comitato di zona Cerenova-Campo di Mare – La stazione di Cerenova è bella dal punto di vista architettonico, ma i turisti poi non sanno come arrivare alla Necropoli. Non ci sono molti autobus, il gabbiotto informativo non è più operativo e i taxi a Cerveteri praticamente non esistono. In un paio di occasioni ho dovuto accompagnare personalmente dei turisti con la mia auto». Sulla carta, i collegamenti esistono: quattro corse giornaliere della linea ferroviaria Roma-Civitavecchia con navetta per la Necropoli da Cerenova, e altre quattro in direzione opposta. Il costo è inferiore ai cinque euro. Tuttavia, gli orari aggiornati non risultano più sul sito di Trenitalia, rendendo difficile pianificare la visita. Un altro nodo è intercettare i crocieristi diretti a Roma da Civitavecchia, che potrebbero sostare a Cerveteri se esistessero collegamenti agevoli. Ogni giorno, i treni sono pieni di turisti stranieri – americani, spagnoli, tedeschi e francesi – desiderosi di scoprire la storia della città, ma scoraggiati dall’assenza di un sistema di trasporto efficiente. Il rischio è che la Necropoli della Banditaccia, pur riconosciuta a livello mondiale, rimanga lontana dagli itinerari dei visitatori, condannata a un isolamento che penalizza sia il turismo sia l’economia locale.
Necropoli della Banditaccia, l’odissea dei turisti tra treno, taxi e navette assenti da Ladispoli
