Finisce davanti alla Corte europea di Diritti dell’Uomo l’intervento che lo scorso 25 luglio ha interessato un campo nomadi all’interno del Parco della Magliana, all’altezza di via Asciano: un insediamento informale ovvero sorto spontaneamente dal 2018 senza autorizzazioni da parte delle amministrazioni, dove però secondo l’Associazione 21 Luglio, che insieme ad alcune famiglie ha fatto ricorso al tribunale di Strasburgo, la Regione Lazio avrebbe effettuato uno sgombero in violazione di alcuni diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione Europea. “Cinque abitazioni abbattute, 14 persone, di cui sei bambini, allontanate senza preavviso e senza proposte di soluzioni abitative alternative”, è la denuncia dell’associazione. “Il nostro intervento non ha riguardato alcuno sgombero di persone – controbatte però la Regione che precisa – è stata un’operazione di bonifica dei rifiuti che rientra nei lavori di messa in sicurezza degli argini del Tevere, in un’area disabitata al momento dell’avvio dei lavori”. Dopo un primo ricorso per ora senza esito al tribunale civile di Roma, però l’Associazione 21 Luglio è andata avanti, rivolgendosi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il tribunale di Strasburgo ha quindi chiesto chiarimenti al governo italiano, in qualità di interlocutore della corte internazionale. Prima di formulare la propra decisione sul caso, il tribunale attende informazioni sulle condizioni delle famiglie, in particolare dei soggetti considerati vulnerabili. Il governo dovrebbe dare risposta entro venerdì.
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: “Chiarimenti su intervento in campo nomadi Alla Magliana”
