venerdì, Agosto 22, 2025

Meeting di Rimini, il messaggio del Papa: “Troppo dolore innocente. La pace non è utopia spirituale”

Nel messaggio al vescovo di Rimini per la 46esima edizione dell’incontro promosso da Comunione e Liberazione, a firma del cardinale Parolin, Leone XIV scrive che a fronte di Stati e istituzioni internazionali che “sembrano non riuscire a far prevalere il diritto, la mediazione e il dialogo, le comunità religiose e la società civile devono osare la profezia”. Per servire Dio è necessario tradurre il Vangelo “in forme di sviluppo alternative alle vie di crescita senza equità e sostenibilità”.  “Non possiamo più permetterci di resistere al Regno di Dio, che è un Regno di pace. E là dove i responsabili delle Istituzioni statali e internazionali sembrano non riuscire a far prevalere il diritto, la mediazione e il dialogo, le comunità religiose e la società civile devono osare la profezia. Significa lasciarsi sospingere nel deserto e vedere fin d’ora ciò che può nascere dalle macerie e da tanto, troppo dolore innocente”. Così Papa Leone XIV nel messaggio, a firma del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ai partecipanti al XLVI Meeting per l’amicizia tra i popoli, che si svolgerà a Rimini da domani al 27 agosto.  Il Pontefice raccomanda ai vescovi italiani di “promuovere percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro”. E chiede, citando il suo discorso alla Cei di giugno scorso, che  “ogni comunità diventi una ‘casa della pace’, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”.Questo è il titolo dell’edizione del Meeting di Rimini 2025. La citazione, tratta dai Cori da ‘La Rocca’ di T.S. Eliot, vuole prima di tutto esprimere la speranza di una novità dentro la drammaticità della storia, il desiderio di costruire insieme luoghi in cui condividere la ricerca e l’esperienza di ciò che è vero, buono e giusto. Durante le ultime edizioni del Meeting è stato sorprendente osservare il fiorire di questo slancio vitale in risposta ai molti ‘deserti’ della contemporaneità: la solitudine esistenziale, la disperazione, la rassegnazione, il cinismo, la violenza e l’indifferenza. Uno slancio tangibile e incisivo. Abbiamo incontrato tante persone che costruiscono relazioni autentiche e si prendono cura dei più bisognosi, che riscoprono il valore del lavoro e promuovono l’innovazione in contesti di apparente stagnazione, che collaborano nella ricerca di nuove prospettive laddove l’individualismo ha limitato la creatività. Sono testimonianze di chi si impegna a rispondere alla ricerca di senso in un’epoca in cui l’esistenza sembra aver smarrito la via verso la pienezza.Anche quest’anno il ministero della Cultura sarà presente al Meeting di Rimini con un suo spazio ilcui cuore sarà l’esposizione del capolavoro rinascimentale San Giovanni Battista tra i santi Francesco d’Assisi, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova (nota come Pala dei Cinque Santi) di Pietro Vannucci, detto il Perugino, proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria. L’opera rappresenta la piena maturità stilistica del maestro umbro: una composizione luminosa ed essenziale, pervasa da una spiritualità pacata e immersa in un’atmosfera sospesa.  La presenza di San Giovanni Battista – figura di soglia e di rinascita – richiama il tema del Meeting, mentre la rappresentazione di San Francesco si intreccia con l’impegno del Ministero nelle celebrazioni francescane, che culmineranno nel 2026 con l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi. Scelta come simbolo di rinascita e dialogo, la pala incarna il legame profondo tra arte, bellezza e speranza.  Un invito a ritrovare, attraverso il sacro e la cultura, la forza per costruire una nuova visione dell’umano. Sul palcoscenico, giunto alla 46/a edizione, su cui si alternerà più di mezzo governo – dai vicepremier Tajani e Salvini, ai ministri Abodi, Foti, Giorgetti, Giuli, Locatelli, Lollobrigida, Piantedosi, Pichetto Fratin, Schillaci, Urso e Valditara, sarà presente anche la premier Giorgia Meloni, nell’ultima giornata della kermesse. Il primo giorno sarà l’ex premier ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, spinto a riflettere su ‘Quale orizzonte per l’Europa?’. Dilemma che interesserà anche un altro ex premier, Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors e autore, come Draghi, di un report sui ‘mali’ dell’Ue e su come porvi rimedio. A completare il quadro continentale, penseranno Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo e Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione, chiamati a delineare scenari per una Unione costretta a trovare nuova centralità sullo scacchiere internazionale.

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