“Il 24 agosto, nella notte di Caracas, è stata annunciata la liberazione degli Italo-venezuelani Amerigo De Grazia (arrestato il 7 agosto 2024) e di Margarita Assenza (arrestata il 2 ottobre 2024), insieme a un gruppo di altri detenuti. Si tratta di un risultato maturato anche grazie al lavoro svolto dalla Farnesina e dalle istituzioni dello Stato su impulso del Ministro Antonio Tajani e del Governo. Amerigo De Grazia è un ex Deputato dell’opposizione dell’Assemblea Nazionale, detenuto presso l’Helicoide in regime di isolamento”. Così una nota della Farnesina. “L’Ambasciata d’Italia aveva ripetutamente sensibilizzato le Autorità venezuelane in merito alle preoccupanti condizioni mediche del connazionale, affinché venisse sottoposto alle cure specialistiche necessarie – prosegue la nota – Margarita Paulina Assenza Arteaga, detenuta presso l’Helicoide, lavorava insieme al Sindaco di Maracaibo Rafael Ramirez, arrestato con lei con l’accusa di aver commesso “reati contro il patrimonio dello Stato”. Entrambi dovranno comparire in tribunale lunedì per chiarire le modalità relative all’eventuale prosecuzione del procedimento e alla loro posizione individuale. È stato inoltre disposto che non possano allontanarsi da Caracas; per altri detenuti, invece, è stato stabilito un regime di detenzione domiciliare. Continua l’azione per la liberazione di Alberto Trentini e di tutti gli altri italiani ancora detenuti”. Ancora nessuna notizia invece di Alberto Trentini, il cooperante italiano, originario di Venezia, detenuto in Venezuela dal 15 novembre 2024. Lavorava per la ONG internazionale Humanity & Inclusion, impegnata nell’assistenza alle persone con disabilità. Era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 per una missione umanitaria e il giorno dell’arresto si trovava in viaggio da Caracas verso la regione di Guasdualito per portare aiuti alle comunità locali. Le autorità venezuelane lo hanno fermato in modo improvviso a un posto di blocco insieme all’autista della ONG, per motivi non chiari. Successivamente, Trentini è stato affidato alle autorità della Direzione Generale del Controspionaggio Militare (Dgcim) e detenuto nel carcere “El Rodeo I”, situato nello Stato di Miranda, vicino a Caracas. Non sono mai stati ufficialmente formulati capi di imputazione chiari nei suoi confronti; informalmente, si parla di accuse molto gravi come terrorismo e cospirazione ai danni dello Stato, ma queste accuse non sono mai state ufficializzate. Per mesi è stato tenuto in isolamento totale, senza contatti con familiari, avvocati o rappresentanti consolari. Solo dopo mesi di silenzio sono state concesse due telefonate alla famiglia, nell’aprile e nel luglio 2025, in cui Trentini ha riferito di stare bene ma di essere stremato dal regime di prigionia. “Apprendiamo dalle agenzie la positiva notizia della liberazione di alcuni prigionieri Italo venezuelani. Possiamo solo immaginare la felicità delle famiglie nel poter riabbracciare i propri cari finalmente liberi. Ed è una felicità che vorremmo poter condividere anche noi: Alberto e’ in carcere da oltre nove mesi e nessuno ancora lo ha potuto visitare”. Così, attraverso la loro legale Alessandra Ballerini, la famiglia di Alberto Trentini. “Esigiamo che il nostro Governo concretizzi finalmente gli sforzi per portare a casa Alberto. Ogni giorno in più di detenzione e di attesa produce intollerabile sofferenza. Confidiamo – sottolineano – nell’azione urgente della Farnesina e dell’inviato speciale. Liberare Alberto deve diventare la priorità per chi ha il potere riportarlo a casa”.
Liberati in Venezuela due italiani, ma nessuna notizia di Trentini
