lunedì, Agosto 25, 2025

Tajani al Meeting di Rimini: “Impegnati per costruire la pace, non demordere”

“Costruire la pace: in questo momento siamo tutti impegnati per questo. Non è facile sia in Medio Oriente sia in Ucraina, però bisogna sempre non demordere. Dobbiamo andare avanti, lavorare perché poi quando ci sono delle idee giuste vanno difese, bisogna combattere per loro”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivando al Meeting di Rimini. “Ci vorrà tempo, – ha osservato –  ma alla fine vincerà la pace. I mattoni nuovi  – ha aggiunto riferendosi al tema della kermesse riminese ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’ –  sono l’impegno di tutti quanti noi, le idee, perché sono tante le persone di buona volontà, tanti costruttori di pace e alla fine ‘non prevalebunt’, appunto, quelli che vogliono distruggere la pace”.Durante un incontro al Meeting di Rimini, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato l’importanza dei cristiani come “elementi di stabilità” in Medio Oriente. Commentando gli attacchi alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza e in Cisgiordania, Tajani ha chiarito che la posizione italiana non privilegia la vita di un palestinese cristiano rispetto a quella di un musulmano, ma riconosce il ruolo cruciale delle comunità cristiane per l’equilibrio regionale. “È fondamentale proteggere la loro presenza”, ha affermato. Sul fronte ucraino, Tajani ha escluso l’invio di truppe italiane, proponendo però un contributo per lo sminamento, grazie all’esperienza del Paese. Ha ribadito il sostegno a una pace giusta che garantisca l’indipendenza dell’Ucraina, sottolineando l’impegno per favorire un incontro diretto tra Zelensky e Putin. “Non ho mai creduto a un accordo in pochi giorni, il tunnel è ancora lungo”, ha precisato, smentendo aspettative di soluzioni rapide. In Siria, l’Italia promuove la stabilizzazione e l’unità territoriale, strategia condivisa con l’Europa e il G7. Tajani ha evidenziato l’importanza della riunione del G7 degli Esteri, svoltasi nell’anniversario dell’indipendenza ucraina, come segnale di unità internazionale. “Manderemo altri aiuti e ci saranno altre missioni in Siria, abbiamo rinforzato l’organico della nostra ambasciata a Damasco, lavoriamo con il Nunzio apostolico, l’Italia, anche in occasione del terremoto, fu uno dei Paesi che aiutò di più le popolazioni e lo fece sempre in maniera disinteressata e senza chiedere nulla. Vogliamo essere un punto di riferimento per la Siria e anche nell’ambito del G7 vogliamo un messaggio positivo nei confronti della Siria nella speranza che si possa vincere la partita con gli estremisti”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri. La presenza della comunità cristiane in Siria e la libertà religiosa. Con il crollo del regime di Assad, la Siria emerge da anni di conflitto con un futuro incerto e il tema della libertà religiosa in primo piano. In questo scenario delicato il vicario apostolico di Aleppo e il Ministro degli Esteri dialogano per immaginare un futuro di pace. La posta in gioco è alta: la sicurezza e le garanzie per la piccola comunità cristiana, che aspira a contribuire attivamente, all’interno di un ricco mosaico di fedi e culture, alla rinascita del paese. E tracciare un percorso di coesistenza in una Siria che cerca disperatamente il proprio futuro. “Io non ho mai detto che eravamo a pochi passi dall’accordo, non ho mai pensato e creduto a un accordo nel giro di pochi giorni, perché conosciamo Putin e i suoi interessi. Noi insistiamo nel mandare messaggi chiari e anche la riunione di oggi è stata molto chiara. Faremo di tutto perché possa esserci un confronto diretto tra Zelensky e Putin. Siamo per una pace giusta che deve garantire l’indipendenza dell’Ucraina”. Cosi il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della 46^ edizione del Meeting di Rimini. “Non servono pizzicotti ma serve parlare con le banche, devono pagare le tasse, è giusto che diano un contributo ma senza blitz o pizzicotti, la caccia alla banca significa fare caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano”. Cosi il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della 46^ edizione del Meeting di Rimini.

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