Dieci anni sono già passati dall’inaugurazione del Centro Visite della Necropoli Etrusca della Banditaccia a Cerveteri, un gioiello architettonico e funzionale inserito nel Sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nonostante l’entusiasmo iniziale e la solenne apertura del 22 giugno 2015, con la partecipazione del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del Sindaco e del Vicesindaco di Cerveteri, della Soprintendente Archeologica dell’Etruria Meridionale e della Responsabile della Zona Archeologica, la struttura rimane tristemente chiusa. Il Centro Visite, progettato per sostituire la modesta biglietteria ancora in uso, rappresenta non solo un punto di accoglienza e servizi – bagni divisi per sesso e per disabili – ma anche un elemento strategico di promozione turistica e culturale dell’intero territorio cerite. La sua riapertura potrebbe intercettare i flussi turistici, in particolare quelli derivanti dai crocieristi attraccati al porto di Civitavecchia, e concorrere a un’offerta turistica di qualità paragonabile a quella già avviata da altre realtà locali, come il Parco Archeologico di Castrum Novum a Santa Marinella. Secondo chi scrive, con esperienza diretta nell’ottenimento del riconoscimento UNESCO e nella redazione del Piano di Gestione del sito, mantenere chiuso il Centro Visite è un vero spreco di risorse e un torto nei confronti della comunità locale e dei visitatori. La struttura, realizzata con materiali lignei ecocompatibili e funzionali, avrebbe dovuto essere un punto di riferimento stabile per la fruizione turistica e culturale della Necropoli della Banditaccia. Il dibattito sulla sua riapertura, indipendentemente dai colori politici, si fa sempre più urgente: trovare un equilibrio gestionale solido e garantire continuità operativa appare oggi una priorità per valorizzare pienamente uno dei siti più importanti del Lazio e dell’Italia intera.