Dal 2024 molti Comuni avevano continuato a emettere multe con autovelox, ritenendo che la periodica taratura certificata degli impianti fosse sufficiente a garantirne l’esattezza delle misure. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12.924 del 6 maggio 2025, ha chiarito una volta per tutte che questa pratica è illegittima. Secondo la Suprema Corte, “è illegittimo l’accertamento eseguito con apparecchio ‘autovelox’ approvato ma non debitamente omologato, atteso che la preventiva approvazione dello strumento di rilevazione elettronica della velocità non può ritenersi equipollente”. Inoltre, i giudici hanno sottolineato che la taratura annuale dell’apparecchiatura non sostituisce l’omologazione: «L’esistenza o meno della taratura dell’apparecchio è cosa diversa e, in rapporto alle difese del soggetto sanzionato, recessiva rispetto alla contemporanea necessità che l’apparecchiatura “autovelox” sia stata approvata e omologata». La decisione della Cassazione segna quindi la fine delle interpretazioni che hanno consentito ai Comuni di continuare a usare impianti privi di omologazione. Chi oggi installa e utilizza autovelox lo fa in modo irregolare, con possibili conseguenze legali per le multe emesse. La sentenza riapre il dibattito sulla legalità degli incassi derivati dalle contravvenzioni e mette in evidenza l’urgenza di regole chiare e omologazione formale per tutti gli strumenti di rilevamento della velocità.