martedì, Agosto 26, 2025

“Stasi per me è sempre stato innocente”: il legale di Sempio sul caso Garlasco

«Si sta facendo un processo ad un processo. Si cerca di scardinare una condanna di Alberto Stasi – che per me è sempre stato innocente – puntando i fari su degli errori che ci sono stati nella prima indagine del 2007». Con queste parole, pronunciate con tono fermo e quasi di sfida, l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, torna a scuotere le acque di uno dei casi giudiziari più controversi e mediatici degli ultimi vent’anni: l’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco. Lovati parla a margine della nuova inchiesta che vede indagato proprio il suo assistito, Andrea Sempio, amico di Marco, fratello di Chiara, e da sempre rimasto sullo sfondo della vicenda. Una posizione che oggi, a distanza di quasi due decenni, torna improvvisamente centrale, alimentando ipotesi, sospetti e scenari mai del tutto sopiti.

Il processo abbreviato e la condanna di Stasi

Al centro del dibattito rimane la figura di Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per omicidio volontario nel 2015. «Quando noi ci si pone di fronte a questo problema – ha ricordato Lovati – bisogna non dimenticare che questo processo è stato celebrato con rito abbreviato». Una scelta tecnica, quella della difesa di Stasi, che ha avuto conseguenze pesanti: niente testimoni, nessun contraddittorio diretto, solo gli atti già raccolti dagli inquirenti.

Un processo che, secondo i detrattori della sentenza, non avrebbe potuto scandagliare tutte le zone d’ombra, lasciando insoluti dubbi e incertezze. «Il giudizio abbreviato l’ha chiesto la difesa di Stasi – ha puntualizzato l’avvocato – e questo spiega perché, invece di una condanna a 30 anni, ne ha ricevuti 16».

Il nuovo fronte investigativo

La Procura di Pavia, tuttavia, non sembra voler chiudere il caso nel cassetto delle verità processuali già scritte. Negli ultimi mesi si è riaperto un fascicolo che punta a verificare possibili falle investigative nella prima indagine e a vagliare piste alternative. È in questo contesto che emerge la figura di Andrea Sempio, su cui gravano ora sospetti mai concretizzati in passato. Gli inquirenti non escludono più neppure l’ipotesi, finora relegata alle teorie minoritarie, di una dinamica a due mani: due possibili autori del delitto, forse legati da un rapporto personale con la vittima, forse mossi da motivazioni diverse.

La possibile riesumazione del corpo

Ma la novità che scuote e divide è l’ipotesi di riesumazione del corpo di Chiara Poggi. Una decisione estrema, destinata a riaprire ferite mai rimarginate, ma che per alcuni sarebbe indispensabile per tentare nuove analisi scientifiche alla luce delle tecnologie oggi disponibili. Tracce biologiche, segni lasciati dall’arma del delitto, dettagli anatomici forse non colti nel 2007: tutto potrebbe assumere un nuovo valore. Per la famiglia Poggi, che da anni chiede soltanto pace e rispetto, si tratterebbe però dell’ennesimo colpo doloroso, un ritorno forzato al giorno della tragedia.

Un caso senza fine

Il “caso Garlasco” continua così a vivere una doppia dimensione: quella processuale, con le condanne già scritte e archiviate nei codici; e quella mediatica, che non smette di alimentarsi di dubbi, rivelazioni e colpi di scena.

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