giovedì, Agosto 28, 2025

Bombe israeliane, ieri almeno 50 morti. Sa’ar a Rubio: “Non ci sarà uno Stato palestinese”


Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar ha detto che “non ci sarà alcuno Stato palestinese”, in seguito a un incontro “positivo” con il segretario di Stato americano, Marco Rubio. Lo riporta il Jerusalem Post. “La carestia a Gaza è una carestia progettata, una carestia prevista, una carestia provocata dall’uomo”. Lo denuncia Inger Ashing, Ceo di Save the Children International intervenendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ashing ha riferito che le cliniche dell’Ong a Gaza “sono sopraffatte dal bisogno”, piene di bambini malnutriti e delle loro madri. “I bambini non hanno la forza di parlare o persino di gridare per l’agonia.
Giacciono lì, emaciati, letteralmente consumati da fame e malattie perchè le scorte mediche e nutrizionali specialistiche di cui hanno bisogno sono praticamente esaurite “, ha aggiunto il Ceo di Save the Children denunciando migliaia di camion carichi di beni salvavita “tutti bloccati”. “In queste ultime settimane, sempre più bambini hanno espresso il desiderio di morire. Uno di loro ha scritto: ‘Vorrei essere in paradiso, dove c’è mia madre. In paradiso c’è amore. C’è cibo e acqua’”, ha detto Ashing. I tentativi di organizzazioni umanitarie di portare materiali per l’alloggio nella Striscia di Gaza sono stati respinti dalle autorità israeliane. Lo ha detto il portavoce dell’Onu nel suo incontro quotidiano con i media. “Come abbiamo ripetutamente sottolineato qui – ha ricordato Stephane Dujarric – molte tende e teloni utilizzati dai civili, costretti a spostarsi e già sfollati più volte, si sono deteriorati e devono essere urgentemente sostituiti. Inoltre, le alte maree durante la notte hanno sommerso le tende sulla spiaggia, colpendo circa 200 famiglie, secondo quanto ci riferiscono i nostri colleghi”. “Tende e altri materiali per l’alloggio – ha aggiunto – devono essere autorizzati a entrare in tutte le zone di Gaza, inclusa direttamente la parte settentrionale e la città di Gaza, dove sono disperatamente necessari”.”Trasferire le popolazioni, come si vuol fare a Gaza, è immorale, oltre che contrario alle convenzioni internazionali”. Così il Patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, intervenendo in streaming a un incontro nella chiesa del Carmine a Pavia: “Queste situazioni hanno un grande impatto sulla vita gente. Sono stato tre volte a Gaza dall’inizio delle guerra e questa ultima è la più complicata. Le persone con il passare del tempo perdono la speranza, c’é un grande senso di disorientamento”. “Per me e per la mia comunità è importante avere uno sguardo di fede su ciò che sta accadendo, non ci si può limitare alla cronaca” – conclude. “La fine della guerra non sarà la fine del conflitto: noi dobbiamo fare tutto il possibile per tenere viva l’umanità”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha presieduto una riunione alla Casa Bianca sulla guerra di Gaza, alla quale avrebbero partecipato anche l’ex primo ministro britannico Tony Blair e l’ex inviato di Trump per il Medio Oriente Jared Kushner. Lo riferisce il sito israeliano The Times of Israel.  Al centro della riunione l’intensificarsi delle consegne di aiuti alimentari, la crisi degli ostaggi, i piani postbellici. The Time of Israel sottolinea che un funzionario della Casa Bianca ha descritto la riunione come “semplicemente un incontro politico”. Secondo Times of Israel il piano discusso prevede un “accordo temporaneo” che permetta poi di affrontare la ricostruzione di Gaza dal “giorno dopo” la fine della guerra. Il piano è stato già discusso in passato ma ha generato reazioni di indignazione e condanna perché prevede la deportazione di milioni di palestinesi. Intanto le forze israeliane hanno ribadito che è “inevitabile” trasferire i palestinesi fuori da Gaza. Secondo l’agenzia Axios, un rappresentante della Casa Bianca ha dichiarato che Trump non è contrario all’operazione militare di Israele ma “vuole vederla finire prima possibile”. “Oltre mezzo milione di persone attualmente soffrono la fame, l’indigenza e la morte a Gaza. Entro la fine di settembre, questo numero potrebbe superare le 640mila. Praticamente nessuno a Gaza è immune dalla fame: si prevede che almeno 132mila bambini sotto i 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta da qui alla metà del 2026. Dietro questi numeri spaventosi ci sono vite umane: figlie, figli, madri e padri. Futuri spezzati e comunità segnate” ha detto Joyce Msuya, vice capo degli affari umanitari dell’Onu, alla riunione del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che “non agire ora avrà conseguenze irreversibili. Questa carestia non è il risultato della siccità o di qualche forma di disastro naturale. È una catastrofe creata, il risultato di un conflitto che ha causato ingenti morti, feriti, distruzione e sfollamenti forzati tra i civili – ha aggiunto Msuya – Questa carestia è anche il risultato di 22 mesi di distribuzione limitata e compromessa di forniture umanitarie e commerciali essenziali”.

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