mercoledì, Settembre 3, 2025

Strage sull’Aurelia, i sindaci alzano la voce: “Servono soluzioni immediate”

In meno di un mese tre vittime tra Santa Severa e Ladispoli. Grando: «Non bastano i velox». Gubetti: «Dati allarmanti, Anas dia risposte» L’Aurelia torna ad essere teatro di sangue. In meno di trenta giorni tre persone hanno perso la vita lungo il tratto compreso tra Santa Severa e Ladispoli, trasformando quella che dovrebbe essere un’arteria di collegamento in una strada sempre più pericolosa. L’ultima tragedia è quella di Gioia Fioravanti, 36 anni, deceduta il 19 agosto tra Palo Laziale e Olmetto Monteroni. Pochi giorni prima, il 6 agosto, era stato Fabio Morolli, ispettore della municipale di Cerveteri di 51 anni, a perdere la vita a Furbara, travolto mentre viaggiava sullo scooter. Giovedì mattina il destino si è accanito anche su Antonio Paralisiti, 53 anni, militare del Rud (Raggruppamento Unità e Difesa). Tre storie diverse ma accomunate dalla stessa drammatica cornice: una strada ad alta densità di traffico che continua a mietere vittime nonostante gli appelli dei cittadini e dei comitati locali. Ora, dopo anni di battaglie dal basso, sono i sindaci a muoversi in prima persona. «Servono contromisure e risposte concrete – afferma Alessandro Grando, primo cittadino di Ladispoli – non si può più aspettare e nemmeno limitarsi ai velox. Non so se sia possibile installare barriere di cemento come da Torrimpietra in poi, ma qualcosa bisogna fare». Sulla stessa linea Elena Gubetti, sindaca di Cerveteri, che denuncia il silenzio delle istituzioni: «Ho inviato una lettera ad Anas per chiedere soluzioni ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. In meno di un mese tre persone hanno perso la vita: come può non essere un dato allarmante?». Eppure, da Cerveteri a Torrimpietra i velox non mancano: dieci dispositivi in venti chilometri. Ma gli incidenti avvengono spesso lontano dagli “occhi elettronici”, in punti critici come incroci agricoli o ingressi ai distributori, dove gli automobilisti continuano ad attraversare la doppia striscia continua. Tra le aree più pericolose spicca l’entrata di Olmetto Monteroni. I comitati locali da anni chiedono interventi: attraversamenti pedonali più sicuri, fermate dei bus adeguate, barriere protettive. Appelli rimasti inascoltati. Intanto, la conta delle vittime cresce e la comunità si interroga: quante altre vite dovranno spezzarsi prima che arrivino risposte concrete?

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