Una città segnata da tende, baracche improvvisate, micro insediamenti e campi rom. Nei primi sei mesi del 2025 la Polizia Locale di Roma Capitale ha effettuato più di 8mila controlli in materia di sicurezza urbana, tracciando una vera e propria mappa del degrado della Capitale. Un’attività che ha un duplice obiettivo: da un lato assistere persone in condizioni di forte fragilità sociale, dall’altro tutelare il patrimonio pubblico e il decoro cittadino.
Gli insediamenti e i controlli
Secondo i dati diffusi dai caschi bianchi, circa 5mila verifiche hanno riguardato insediamenti abusivi di ogni dimensione: dai giacigli di fortuna alle piccole baraccopoli. Il resto degli interventi si è concentrato sui campi rom e sul controllo di persone senza fissa dimora, soprattutto straniere, in diversi quadranti della città. Una città segnata da tende, baracche improvvisate, micro insediamenti e campi rom. Nei primi sei mesi del 2025 la Polizia Locale di Roma Capitale ha effettuato più di 8mila controlli in materia di sicurezza urbana, tracciando una vera e propria mappa del degrado della Capitale. Un’attività che ha un duplice obiettivo: da un lato assistere persone in condizioni di forte fragilità sociale, dall’altro tutelare il patrimonio pubblico e il decoro cittadino.
Gli insediamenti e i controlli
Secondo i dati diffusi dai caschi bianchi, circa 5mila verifiche hanno riguardato insediamenti abusivi di ogni dimensione: dai giacigli di fortuna alle piccole baraccopoli. Il resto degli interventi si è concentrato sui campi rom e sul controllo di persone senza fissa dimora, soprattutto straniere, in diversi quadranti della città.
Particolarmente significativo il fenomeno dei micro insediamenti, con 400 aree censite nel semestre. Una realtà in continua evoluzione: chi viene sgomberato, se non accetta percorsi di assistenza e reinserimento, tende a spostarsi altrove, ricreando nuove situazioni di degrado.
Il costo per la città
Oltre all’impiego di personale della Polizia Locale e dei servizi sociali, per circa la metà dei casi è stato necessario l’intervento di bonifica con il supporto di Ama. Il I Gruppo, soprattutto nelle zone di Centro e Prati, è stato quello maggiormente impegnato: qui sono stati registrati oltre 3mila controlli e più di 300 interventi di ripristino del decoro, con la collaborazione delle Unità Speciali SPE e GSSU.
Altri territori particolarmente interessati dal fenomeno sono il II Municipio (Sapienza e Parioli), l’XI (Marconi), il XIV (Monte Mario), il XV (Cassia), il IX (Eur) e il III (Nomentano).
Un’emergenza continua
Le baracche e gli accampamenti improvvisati spesso generano vere e proprie discariche. Solo ad agosto, a Colle Oppio, i carabinieri hanno identificato 19 persone che vivevano in mezzo a 12 quintali di rifiuti poi rimossi. A luglio, aveva fatto discutere lo sgombero di 14 persone alla Magliana; a giugno, a largo Sacconi (Primavalle), era stata bonificata un’area con 50 abitazioni di fortuna, mentre al parco delle Valli gli insediamenti avevano prodotto 50 tonnellate di rifiuti.
A gennaio, infine, era stata liberata la baraccopoli tra via Romeo Romei e via Cavalieri di Vittorio Veneto, a Monte Mario, già colpita dall’incendio che nell’estate 2024 aveva devastato la collina.
Un’attività senza sosta, che fotografa la complessità sociale di Roma e la difficoltà di coniugare decoro urbano e fragilità umane.Particolarmente significativo il fenomeno dei micro insediamenti, con 400 aree censite nel semestre. Una realtà in continua evoluzione: chi viene sgomberato, se non accetta percorsi di assistenza e reinserimento, tende a spostarsi altrove, ricreando nuove situazioni di degrado.
Il costo per la città
Oltre all’impiego di personale della Polizia Locale e dei servizi sociali, per circa la metà dei casi è stato necessario l’intervento di bonifica con il supporto di Ama. Il I Gruppo, soprattutto nelle zone di Centro e Prati, è stato quello maggiormente impegnato: qui sono stati registrati oltre 3mila controlli e più di 300 interventi di ripristino del decoro, con la collaborazione delle Unità Speciali SPE e GSSU. Altri territori particolarmente interessati dal fenomeno sono il II Municipio (Sapienza e Parioli), l’XI (Marconi), il XIV (Monte Mario), il XV (Cassia), il IX (Eur) e il III (Nomentano).
Un’emergenza continua
Le baracche e gli accampamenti improvvisati spesso generano vere e proprie discariche. Solo ad agosto, a Colle Oppio, i carabinieri hanno identificato 19 persone che vivevano in mezzo a 12 quintali di rifiuti poi rimossi. A luglio, aveva fatto discutere lo sgombero di 14 persone alla Magliana; a giugno, a largo Sacconi (Primavalle), era stata bonificata un’area con 50 abitazioni di fortuna, mentre al parco delle Valli gli insediamenti avevano prodotto 50 tonnellate di rifiuti. A gennaio, infine, era stata liberata la baraccopoli tra via Romeo Romei e via Cavalieri di Vittorio Veneto, a Monte Mario, già colpita dall’incendio che nell’estate 2024 aveva devastato la collina. Un’attività senza sosta, che fotografa la complessità sociale di Roma e la difficoltà di coniugare decoro urbano e fragilità umane.






