Il presidente statunitense Donald Trump ha affermato che Israele “può anche star vincendo la guerra a Gaza, ma non sta vincendo la guerra delle pubbliche relazioni”. In un’intervista al Daily Caller, Trump ha ribadito la sua convinzione che Israele debba porre rapidamente fine alla guerra: “Dovranno finirla. Sta danneggiando Israele”. Allo stesso tempo il presidente ha confermato il suo sostegno al piano israeliano di prendere il controllo di Gaza City, affermando che Israele deve “portare a termine il lavoro” contro Hamas, sostenendo che il gruppo armato libererà gli ostaggi rimasti solo dopo la sua completa distruzione. Nell’intervista gli è stato chiesto se sia preoccupato per un calo di supporto a Israele negli Stati Uniti, anche tra i Repubblicani: “Ne sono consapevole”, ha risposto. Trump ha sottolineato che Israele aveva “il lobbismo più forte del Congresso” 15 o 20 anni fa, ma che oggi non è più così. “C’è stato un periodo in cui, se volevi fare politica, non potevi parlare male di Israele”, ha affermato. “Israele era la lobby più potente che abbia mai visto. Avevano il controllo totale del Congresso, ha aggiunto. Israele “ha subito dei danni, specialmente al Congresso”. Secondo il presidente statunitense, “la gente si è dimenticata del 7 ottobre.”Israele inizia oggi la chiamata di 60.000 riservisti delle forze armate, in vista dell’operazione pianificata per Gaza City. Saranno schierati sui fronti di tutto il Paese, mentre le truppe attive saranno concentrate su Gaza. La maggior parte – circa 40.000-50.000 – riceverà l’ordine di presentarsi in servizio oggi, mentre un’altra ondata è prevista per novembre-dicembre, una terza per febbraio-marzo 2026. Il numero di richiamati si aggiunge alle decine di migliaia di riservisti che attualmente prestano servizio. Sarà anche esteso di altri 30-40 giorni il servizio di riserva per circa 20.000 attualmente in servizio. Questo porterebbe il numero totale di riservisti a circa 130.000. I coloni israeliani hanno dato fuoco a terreni agricoli nella città di Sa’ir, a nord-est di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa, citando fonti locali, secondo cui decine di coloni di un insediamento vicino hanno preso d’assalto Wadi Sa’ir e bruciato decine di ettari coltivati a viti, mandorle e ulivi. Gli attacchi in corso da parte dei coloni e delle forze israeliane mirano a sfrattare i cittadini locali dalle loro terre per favorire l’espansione degli insediamenti ebraici illegali. La Global Sumud Flotilla è ripartita dal porto di Barcellona dove era rientrata a causa di “condizioni meteorologiche pericolose”. La nuova partenza delle imbarcazioni, con a bordo anche l’attivista svedese Greta Thunberg è stata trasmessa in diretta dalla tv pubblica spagnola Tve. La Flotilla tenterà di nuovo di raggiungere Gaza e di rompere il blocco navale della Striscia portando aiuti umanitari ai palestinesi. La Global Sumud Flotilla, la più grande missione civile internazionale che tenterà di rompere il blocco navale di Gaza, era partita ieri pomeriggio dalla città catalana ma dopo alcune ore di navigazione è dovuta rientrare al porto a causa delle condizioni meteorologiche pericolose con venti superiori ai 30 nodi. Il giornalista Carlos de Barrón, che partecipa alla missione, ha riferito che la mattinata di oggi è stata sfruttata per completare alcune modifiche logistiche. Sono stati modificati gli equipaggi di alcune imbarcazioni, sono state aumentate le provviste di altre e sono state riparate le connessioni internet che davano problemi. Una volta completata la “sosta tecnica” l’organizzazione ha dato il via libera alla partenza, con l’obiettivo di raggiungere le coste di Gaza in circa 15 o 20 giorni. Alle navi partite da Barcellona si aggiungeranno quelle che partiranno a breve dalla Sicilia, da Tunisi e dalla Grecia. La ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian ha sottolineato oggi la necessità di un percorso politico per il riconoscimento della Palestina e la soluzione del conflitto israelo-palestinese. La ministra ha parlato dal Policlinico Gemelli di Roma visitato col ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Ci siamo concentrati anche sulla necessità di un percorso politico per andare avanti, perché gli aiuti umanitari e tutto quello che i Paesi, e l’Italia oggi, stanno facendo è molto importante. Ma ciò che ha la massima importanza è un percorso politico” ha detto la ministra. “Gli aiuti umanitari e tutti i bisogni – ha continuato — derivano dall’inazione e dall’assenza di una soluzione, proprio a causa della mancanza di un percorso politico. Perciò, il percorso politico è fondamentale, mentre l’assistenza umanitaria è oggi estremamente importante a causa della situazione di emergenza a Gaza. Abbiamo tuttavia bisogno di vedere misure concrete sul terreno, perché solo misure concrete sul terreno ci avvicineranno alla soluzione dei due Stati”.
Trump: “Proseguire la guerra danneggia Israele, ma deve finire l’opera e distruggere Hamas”
