Una scoperta straordinaria che getta nuova luce sulle origini della civiltà etrusca. Nella necropoli dei Monterozzi di Tarquinia – sito Unesco insieme alla Banditaccia di Cerveteri – si è conclusa da pochi giorni la prima campagna di scavi del Pact (Progetto Archeologico Cerveteri-Tarquinia), portando alla luce una tomba a camera etrusca inviolata, databile alla fine dell’VIII secolo a.C. Si tratta di un ritrovamento di eccezionale importanza: la tomba, dotata di un’unica banchina modanata per la deposizione, ha conservato intatto un corredo funebre che, seppur in parte frammentario a causa di infiltrazioni d’acqua e del crollo di parte della copertura, è stato quasi completamente recuperato. Durante le operazioni preliminari di pulizia delle pareti, gli archeologi hanno individuato tracce di colore rosso e giallo, probabilmente riferibili a una rudimentale decorazione pittorica a fascioni. Un dettaglio che rende la scoperta ancora più rilevante, poiché si tratterebbe della più antica decorazione pittorica mai attestata a Tarquinia. Il corredo rinvenuto comprende vasi di impasto non tornito, oggetti in argilla depurata, ornamenti personali e vasellame in lamina di bronzo. Di particolare interesse il gran numero di piccoli anelli in bronzo, disseminati in tutta la camera funeraria, che potrebbero fornire nuove informazioni sui rituali funebri e sullo status del defunto. Tutti i reperti sono ora sottoposti a un attento lavoro di restauro, finalizzato a garantirne la conservazione e a prepararli per futuri studi e, con ogni probabilità, per l’esposizione museale. Questa scoperta, sottolineano gli archeologi, conferma l’importanza del distretto archeologico Cerveteri-Tarquinia e la necessità di proseguire con ulteriori campagne di scavo per svelare i segreti ancora nascosti sotto i celebri tumuli etruschi.