Gli interrogatori di garanzia prenderanno il via oggi, cominciando dai soggetti in carcere e proseguendo con quelli ai domiciliari. Gli inquirenti ritengono che l’operazione abbia colpito duramente un sistema di spaccio ben strutturato, capace di rifornire in modo costante la piazza cittadina. L’operazione, denominata “Nerone”, ha visto l’impiego di oltre cento operatori, impegnati in un’attività di sorveglianza capillare. Gli investigatori avevano notato da tempo un viavai sospetto di persone già note per reati legati allo spaccio di cocaina in un terreno incolto della zona. Decisiva è stata la scelta di filmare i movimenti di auto e individui, documentando un’abitudine tanto insolita quanto rivelatrice: scavare buche nel terreno. Dalle indagini è emerso che il maggiore quantitativo di cocaina veniva seppellito in contenitori di vetro, recuperato all’occorrenza da alcuni membri della banda per rifornire il “market” dello stupefacente. Un nascondiglio ideale: vicino alle abitazioni, facilmente controllabile e abbandonato dal proprietario, del tutto ignaro di ciò che stava accadendo. Il blitz ha portato a sei arresti, che si aggiungono ai tre già eseguiti a gennaio nell’ambito dello stesso filone investigativo. Altre quattro persone risultano indagate a piede libero, accusate di spaccio al dettaglio: per loro l’Autorità Giudiziaria ha disposto misure meno restrittive, pur riconoscendone il ruolo nell’organizzazione.