Una sentenza destinata a far discutere quella emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, che ha accolto il ricorso di una cittadina di Ardea contro il Comune in merito alla regolarizzazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. La donna, che da tempo occupava un appartamento popolare, si era vista recapitare una richiesta di pagamento di oltre 52mila euro come condizione per sanare la sua posizione. Una cifra considerata eccessiva e soprattutto priva di un’adeguata spiegazione sui criteri utilizzati per il calcolo. Il TAR, analizzando il provvedimento, ha rilevato la totale mancanza di istruttoria e motivazione da parte del Comune, annullando così l’atto. Una decisione che potrebbe avere ripercussioni anche su altri casi simili, aprendo la strada a nuovi ricorsi da parte di cittadini che si trovano nella stessa situazione. Ora il Comune di Ardea dovrà rivedere la pratica, fornendo una valutazione trasparente e dettagliata delle somme eventualmente dovute. La sentenza rappresenta un monito per le amministrazioni pubbliche: i provvedimenti che incidono sui diritti dei cittadini devono essere adeguatamente motivati, pena l’annullamento in sede giudiziaria.