Ormai una liturgia di fine estate che inquadra i grandi temi che la politica e le imprese dovranno affrontare nell’immediato. A dominare quest’anno i dazi, le guerre, il divario tra paese reale con lavoro povero e grandi carenze nel welfare e le dinamiche dei mercati finanziari. Si comincia con dati diffusi da The European House Ambrosetti (Teha), il think tank che da sempre organizza il Forum, che ci dice che il 2025 sarà un anno di fiducia per le imprese, ma a preoccupare è invece il lavoro: a dispetto del record minimo di disoccupazione in Italia (6%), l’indicatore misurato dal think tank scivola a 16,7, dopo aver perso più di dieci punti dall’inizio dell’anno. I giovani che non studiano e non lavorano in Italia sono ancora 1,4 milioni. Edison “è pronta” a un ritorno in Borsa delle azioni ordinarie, detenute oggi per oltre il 99%da Edf tramite Transalpina di Energia. Lo afferma l’amministratore delegato Nicola Monti a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio. Commentando le indiscrezioni di stampa il manager spiega di aver appreso la notizia “dai giornali”. “Non è una decisione nostra come management – spiega – ovviamente io posso solo dire che se c’è una riflessione in questo senso, noi siamo pronti perché se fosse un aumento di capitale noi siamo già quotati con le risparmio quindi abbiamo già tutta l’organizzazione che ottempera i requisiti della Consob”. “Credo – aggiunge – che un’apertura del capitale sarebbe positiva per noi”. “Meno tasse per crescere”; bisogna “aiutare la classe media e le piccole imprese italiane, cuore del nostro paese, se vogliamo sopravvivere e crescere”. Così Tajani a margine del forum, rilanciando il mantra dell’ex premier Berlusconi per ridurre il carico fiscale.”Se si fa questo si lavora in favore della crescita”, ha insistito il vice premier, sottolineando che oggi la situazione economica dell’Italia è comunque “positiva, in primo luogo per la stabilità del governo e per la prima volta un governo dura 5 anni e probabilmente alle prossime elezioni il centro-destra sarà la prima coalizione”. E “la stabilità politica è cruciale per l’economia”. Il presidente di Duferco e Federacciai Antonio Gozzi è meno preoccupato per i dazi americani e più preoccupato per la sovra produzione cinese che si riversa sul mercato europeo e sempre preoccupato per l’assenza di una effettiva politica industriale dell’Unione europea. “Con i dazi Usa al 50% (al massimo) perdiamo quelle duecentomila tonnellate che abbiamo esportato nel 2024 che valgono meno dell’1% della produzione nazionale, non è niente. Ciò che è importante è la cosiddetta ‘trade diversion’: tutto quello che non va negli Stati Uniti entra nel colabrodo Europa, è il problema cinese”, ha indicato Gozzi a margine del Forum Ambrosetti. Gozzi critica la Commissione europea, ritiene che il settore deve fronteggiare gli effetti del green deal con delocalizzazione e deindustrializzazione. L’accordo con gli Usa sui dazi “non credo sia un buon accordo, onestamente, anche se capisco bene chi dice che in fondo sul tavolo negoziale c’era di mezzo anche l’Ucraina, il contributo degli Usa alla difesa europea e di Kiev, e quindi in fondo alzare la voce avrebbe potuto avere conseguenze negative”. Così l’ex premier italiano e commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, intervistato da TgCom24 a margine del Forum di Cernobbio. “Ma se isoliamo la vicenda dei dazi”, ha aggiunto Gentiloni, “ci troviamo ora con dazi molto alti che danneggeranno alcuni settori dell’economia italiane ed europea”. Quello che preoccupa, ha aggiunto Gentiloni, “non sono solo le conseguenze economiche di queste decisioni, che forse saranno più gravi negli Usa che in Europa, ma capire la stabilità di questi accordi. Siamo d’accordo che non saranno possibili ripensamenti?”. Gli imprenditori che partecipano alla 51esima edizione del Forum Teha credono che il 2025 darà loro più soddisfazioni dell’anno scorso. Alla domanda sulla performance rispetto ai concorrenti nel 2025, il 26,8% degli intervistati ha dichiarato che la propria azienda sta andando “molto meglio” (nel 2024 erano il 20,4%) e il 36,6% “meglio”, mentre un altro 26,8% la ritiene “in linea” con i competitor. Solo il 9,8% segnala un andamento peggiore, confermando un quadro nel complesso positivo rispetto al 2024 e 2023. Il primo televoto a cui hanno risposto gli oltre 200 fra manager e imprenditori intervenuti alla 51° edizione del Forum ha sondato il sentiment sulle performance e le prospettive di fatturato delle imprese. Sulle prospettive di fatturato 2025, prevale un cauto ottimismo: il 32,4% prevede una crescita superiore al 10%, mentre solo una quota ridotta (2,7%) teme una flessione significativa (superiore al 10%).
Forum Ambrosetti, a Cernobbio il presidente Mattarella in video: “Il mondo ha bisogno della Ue”
