Li hanno chiamati in tanti modi, tra ironia e disappunto, negli ultimi anni: uno dei più ricorrenti è “Amori sporcaccioni”. Si tratta delle tracce lasciate dalle frequentazioni notturne intorno al recinto della Necropoli della Banditaccia, a Cerveteri, che spesso diventano oggetto di segnalazioni e polemiche. A prima vista potrebbe sembrare un tema da curiosi o moralisti. Ma dietro a questi episodi, secondo alcune osservazioni, c’è soprattutto la voglia di giovani e giovanissimi di manifestare la propria esuberanza e, in qualche modo, la propria virilità. Queste “marcature” anonime – materiali lasciati a terra o nei pressi dei parcheggi – sembrerebbero rappresentare una sorta di trofeo pubblico, una testimonianza volontaria della presenza notturna e delle proprie azioni, quasi come una marcatura animale del territorio. Il fenomeno solleva interrogativi sul rispetto degli spazi pubblici e sulla gestione della Necropoli, che è patrimonio UNESCO e luogo di grande valore archeologico. Alcuni cittadini e turisti segnalano la presenza di rifiuti e oggetti abbandonati proprio agli ingressi, evidenziando come l’assenza di controlli e di interventi concreti contribuisca a trasformare l’area in uno spazio poco sicuro e degradato. Le autorità locali, così come le associazioni culturali del territorio, si trovano ora di fronte alla sfida di coniugare la tutela del patrimonio con la gestione di comportamenti giovanili che, seppur in buona parte simbolici, generano disagio e problemi di decoro urbano.