Una corsa di meno di tre chilometri trasformata in un vero e proprio tentativo di truffa. È quanto denunciato da Matt Ferguson, influencer statunitense, che in un video pubblicato sui social ha raccontato la sua disavventura fuori dai Musei Vaticani. L’episodio, accaduto lo scorso 18 luglio, ha riacceso i riflettori sui comportamenti scorretti di alcuni tassisti della Capitale, pronti ad approfittare della scarsa conoscenza delle tariffe da parte dei turisti. Nel filmato, Ferguson si avvicina a un uomo nei pressi di un’auto bianca per chiedere un passaggio fino a piazza Navona. La risposta? 45 euro per un tragitto che normalmente, con tassametro, ne costa meno di dieci. “Vediamo se usano il tassametro”, commenta l’influencer, che subito dopo rifiuta la proposta e chiede spiegazioni. L’uomo, invece di abbassare il prezzo o avviare il tassametro, lo invita a cercare un’altra vettura. La seconda parte del video mostra l’incontro con un tassista regolare, che conferma: «Se non si usa il tassametro, non è un taxi». La corsa finale costa 9 euro, a cui Ferguson aggiunge un euro di mancia, sottolineando la correttezza dell’autista. La vicenda ha scatenato la reazione delle sigle sindacali dei tassisti romani – tra cui Fit CISL Lazio, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Uritaxi Lazio e CNA Taxi – che in una nota congiunta hanno duramente condannato l’episodio. «Ogni giorno – scrivono – ci troviamo a combattere contro uno squallido teatrino di comportamenti illegali che infangano la professionalità di migliaia di operatori corretti». Il caso rilancia il dibattito sulla necessità di controlli più serrati nei pressi dei principali luoghi turistici della città, per evitare che pochi disonesti compromettano l’immagine dell’intera categoria e la fiducia dei visitatori.