mercoledì, Settembre 24, 2025

Caso Elena Vergari: spunta la lettera anonima con la mappa della sepoltura, ma per 8 anni è rimasta chiusa in un cassetto

Un buco investigativo di otto anni che si aggiunge ai dodici precedenti e che riapre uno dei casi di scomparsa più misteriosi del litorale. È quello di Elena Vergari, la donna di 47 anni di cui non si hanno più notizie dal 5 giugno 2005. La svolta, forse decisiva, sarebbe potuta arrivare già nel 2017, quando alla caserma dei carabinieri di via Livorno – non ancora trasferita in via dei Narcisi – arrivò un esposto anonimo contenente una mappa dettagliata che indicava il punto preciso dove sarebbe stata sepolta la donna. Secondo quanto emerso nella trasmissione “Chi l’ha visto?”, questa lettera è rimasta inutilizzata per anni e solo ora è tornata alla luce grazie alla determinazione del fratello di Elena, Paolo Vergari, che ha richiesto formalmente l’accesso agli atti non appena è venuto a conoscenza della sua esistenza. Da quanto trapela, all’epoca furono effettuati rilievi tecnici sul documento: chi l’aveva scritto indossava probabilmente dei guanti per evitare di lasciare impronte digitali. Eppure, nonostante l’indicazione precisa del sito – un terreno in via Cesare Battisti, a poche centinaia di metri da via Cairoli e dall’abitazione di Elena – la Procura di Civitavecchia non autorizzò alcuno scavo, preferendo archiviare il fascicolo. Un silenzio lungo quasi due decenni che oggi pesa come un macigno. Troppi i punti oscuri rimasti irrisolti: la versione del marito, che raccontò di aver visto Elena l’ultima volta salire su una Mercedes con targa straniera dopo una lite al rientro da un paese umbro; il misterioso messaggio inviato da una cabina telefonica al figlio – «Sto bene, non mi cercate» – e le numerose segnalazioni rimaste senza seguito. Ora, con la lettera finalmente resa nota e la pressione della famiglia, non si escludono nuove disposizioni da parte delle autorità inquirenti. Il fratello Paolo non si arrende: chiede che si vada a fondo, almeno per verificare cosa si nasconde sotto quel terreno vicino alla ferrovia, in una zona appartata ma non del tutto isolata, dove sorgono alcune abitazioni e un centro sportivo. La speranza è che questa volta il caso non venga nuovamente archiviato e che, dopo quasi vent’anni, si possa dare una risposta a chi chiede solo verità e giustizia per Elena.

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