Il Mossad si era rifiutato di attuare un piano elaborato nelle ultime settimane per utilizzare agenti sul campo per assassinare i leader di Hamas, a Doha. Lo scrive il Washington Post, citando due funzionari israeliani a conoscenza della vicenda. Il direttore del Mossad, David Barnea, scrive il Post, si era opposto all’uccisione dei funzionari di Hamas in Qatar in parte perché un’azione del genere avrebbe potuto rompere il rapporto che lui e la sua agenzia avevano coltivato con i qatarioti, che avevano ospitato Hamas e mediato i colloqui di cessate il fuoco tra il gruppo militante e Israele, hanno affermato le fonti. Le riserve del Mossad su un’operazione di terra hanno influenzato in ultima analisi il modo in cui l’attacco è stato condotto e forse la sua probabilità di successo, srive il quotidiano Usa. Mentre i funzionari della sicurezza israeliani concordano ampiamente sul fatto che tutti i leader di Hamas, compresi quelli residenti all’estero, debbano essere alla fine perseguiti e uccisi, sottolinea il Post, molti hanno messo in dubbio la tempistica dell’operazione, dato che i funzionari di Hamas si stavano radunando in Qatar, un importante alleato degli Stati Uniti, e che stavano valutando una proposta del presidente Donald Trump per liberare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza in cambio di un cessate il fuoco nella StrisciaIsraele ha utilizzato caccia che hanno volato fino al Mar Rosso per lanciare missili balistici sopra l’Arabia Saudita durante l’attacco di martedì contro la leadership di Hamas a Doha. Lo ha scritto il Wall Street Journal, citando diversi funzionari statunitensi. Il piano avrebbe consentito a Israele di effettuare l’attacco da circa 1.500 chilometri di distanza dal Qatar, impiegando otto caccia F-15 e quattro F-35, prima che gli Stati Uniti potessero opporsi all’offensiva. Inoltre, questa modalità avrebbe consentito di evitare l’utilizzo dello spazio aereo dei Paesi arabi. Il presidente americano Donald Trump ha incontrato, per una cena alla Trump Tower di New York, il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Alla riunione era presente anche l’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff. Lo riporta Axios citando fonti statunitensi. In precedenza, Al-Thani aveva avuto un colloquio con il vicepresidente Jd Vance, che – stando a una nota del ministero degli Esteri qatariota – ha ribadito la “solidarietà degli Stati Uniti con il Qatar di fronte all’attacco israeliano” e sottolineato la necessità di risolvere le tensioni regionali “attraverso la diplomazia”. Vance ha inoltre definito il Qatar “un alleato strategico affidabile degli Stati Uniti”. Da parte sua, il premier qatariota ha assicurato che Doha “intraprenderà tutti i passi necessari per difendere se stessa e la propria sovranità, mantenendo le sue posizioni di principio di fronte all’aggressione israeliana in corso”. Ha infine espresso apprezzamento per la “partnership strategica con Washington” e per il sostegno dell’amministrazione Trump agli sforzi di pace nella regione. Israele ha usato un missile balistico lanciato da aerei in volo sul Mar Rosso per tentare di assassinare la dirigenza di Hamas a Doha martedi’ scorso. Lo ha riferito il Wall Street Journal, precisando che il raid e’ stato ideato in questo modo per evitare che i caccia israeliani entrassero nello spazio aereo saudita e per essere eseguito rapidamente in modo che l’amministrazione Trump avesse meno tempo per opporsi. Secondo il quotidiano, Israele non ha avvisato gli Stati Uniti fino a pochi minuti prima del lancio dell’attacco ne’ ha fornito dettagli precisi sull’obiettivo. Washington ha potuto capirlo utilizzando sensori spaziali che hanno rilevato le tracce di calore dei missili. “L’avviso e’ stato dato cosi’ vicino all’effettivo lancio dei missili che non c’era modo di invertire o interrompere l’ordine”, ha affermato un alto funzionario della difesa americana, descrivendo l’operazione come “assolutamente inimmaginabile”. Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che Iran e Francia sono vicini a raggiungere un accordo per uno scambio di prigionieri, che include il rilascio di una donna iraniana arrestata in Francia per i suoi post online relativi alla guerra a Gaza. Lo afferma oggi l’Associated Press.Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha detto alla TV di Stato iraniana che Mahdieh Esfandiari dovrebbe essere rilasciata come parte di uno scambio che, ha auspicato, possa avvenire “nei prossimi giorni”. Esfandiari, traduttrice residente nella città francese di Lione dal 2018, è stata arrestata a febbraio con l’accusa di terrorismo per presunti post su Telegram riguardanti gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. Il presidente siriano ad interim Ahmad al-Sharaa ha dichiarato che la Siria sta conducendo negoziati con Israele per raggiungere un accordo di sicurezza che avrebbe consentito a Israele di lasciare le aree occupate dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad a dicembre. Mentre le forze islamiste rovesciavano il regime dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad l’8 dicembre, Israele ha schierato truppe nella zona cuscinetto monitorata dalle Nazioni Unite sulle alture del Golan, che separa le forze israeliane e siriane dall’armistizio seguito alla guerra arabo-israeliana del 1973. Da allora Israele ha lanciato centinaia di attacchi aerei contro obiettivi militari in Siria e ha effettuato incursioni nella Siria meridionale. Le nuove autorità siriane non hanno reagito. “Siamo attualmente in fase di negoziazione e dialogo sulla questione di un accordo di sicurezza”, ha dichiarato al-Sharaa in un’intervista al canale televisivo statale Alekbariah. “Israele riteneva che con la caduta del regime, la Siria si fosse ritirata” dall’Accordo di Disimpegno del 1974, “anche se la Siria, fin dall’inizio, aveva espresso il suo impegno” a tale accordo, ha affermato. “Ora sono in corso negoziati per un accordo di sicurezza che riporti Israele allo stato in cui si trovava prima dell’8 dicembre”, ha continuato
Washington Post: “Il Mossad si era opposto all’azione a Doha”. L’Onu vota risoluzione a due stati
