Nuovi sviluppi nel caso della scomparsa di Elena Vergari, la donna di Ladispoli di cui non si hanno più notizie dal 5 giugno 2005. Sabato scorso, un cronista di “Chi l’ha visto?” ha rinvenuto alcune ossa in un terreno che costeggia i binari della ferrovia, allertando immediatamente la Polizia di Stato. In pochi minuti, una volante del commissariato di via Vilnius ha raggiunto l’area alle spalle di via Battisti, corrispondente alle indicazioni contenute nella lettera anonima inviata anni fa ai carabinieri, che segnalava il luogo in cui sarebbe stato seppellito il corpo. La Procura di Civitavecchia ha disposto il sequestro del terreno. Spetterà ora al medico legale e agli esperti della Scientifica determinare se i resti appartengano a un essere umano o ad animali. Nel primo caso scatteranno ulteriori accertamenti, tra cui l’analisi del Dna, e sopralluoghi approfonditi per verificare se ci siano altri resti sepolti. Sono passati vent’anni dalla scomparsa di Elena, all’epoca 47enne. Nel 2017, il caso era stato archiviato dalla magistratura, nonostante una precedente lettera anonima e i sopralluoghi dei carabinieri che, non trovando impronte o elementi concreti, avevano chiuso le indagini. «Naturalmente stiamo vivendo tutti con apprensione questi momenti – racconta Antonella, residente in via Cairoli e amica di Elena – sperando ci possa essere finalmente una svolta, soprattutto per i familiari, il fratello e il figlio, che non posso che immaginare quanto stiano soffrendo». Molti nel quartiere hanno sempre dubitato della versione di un allontanamento volontario. «Non sarebbe mai salita su quella macchina, non avrebbe mai lasciato il figlio», commenta un’altra vicina. Il fratello Paolo, con discrezione, ha dichiarato: «Ritengo che mia sorella Elena debba avere la giusta sepoltura. Non vorrei aggiungere altro in questi frangenti così delicati, lascio lavorare le forze dell’ordine». Rimane aperto il giallo della notte del 5 giugno 2005: le indagini partirono ufficialmente quando il marito, Mauro Volpe, denunciò la scomparsa della moglie. Secondo la sua versione, Elena sospettava un suo possibile tradimento confermato successivamente, e avrebbe trascorso il weekend prima a Bracciano e poi in Umbria. Una volta tornata, la donna si sarebbe allontanata da via de Begnac a bordo di una Mercedes con targa straniera. Cinque giorni dopo, il figlio ricevette un messaggio rassicurante che sembrava inviato da una cabina telefonica nel quartiere Caere Vetus: «Sto bene, non mi cercate». Altri sms seguono con la promessa di lasciare l’Italia. Elementi che alimentano ancora oggi il mistero su quanto accaduto quella notte e sulle vere intenzioni della donna.
Mistero a Ladispoli: ossa rinvenute vicino ai binari, potrebbe essere Elena Vergari
