mercoledì, Settembre 17, 2025

Il mistero di Elena Vergani: ossa, mappa anonima e un caso che potrebbe riaprirsi dopo 8 anni

Torna a far parlare di sé, a distanza di quasi otto anni dalla sua archiviazione, il caso di Elena Vergani, la donna scomparsa da Ladispoli il 5 giugno del 2005 all’età di 47 anni. Una lettera anonima, una mappa disegnata a mano e il ritrovamento di alcune ossa hanno improvvisamente riacceso i riflettori su un giallo mai dimenticato, rimettendo in moto la macchina delle indagini. L’area indicata dalla missiva — un terreno alle spalle di via Battisti, vicino alla ferrovia e non lontano da un centro sportivo — è attualmente sottoposta a sequestro, delimitata dal nastro bianco e rosso. I poliziotti, che domenica e lunedì hanno piantonato la zona giorno e notte, da ieri non presidiano più in maniera fissa, ma gli investigatori della Sezione Omicidi della Polizia continuano a lavorare nel massimo riserbo. Il terreno è stato smosso visibilmente, anche se al momento non è chiaro se per mano dell’uomo o per effetto dell’abbondante pioggia caduta la scorsa settimana. È lì che l’inviato della trasmissione “Chi l’ha visto?” ha rinvenuto alcuni resti sospetti, allertando immediatamente la Polizia di Stato. L’attenzione è ora tutta concentrata sull’esito degli accertamenti della Scientifica: saranno le analisi a stabilire se si tratta effettivamente di resti umani o di ossa animali. Ma già il solo dubbio potrebbe spingere la magistratura a riaprire formalmente il fascicolo, archiviato nel 2017 nonostante le tante ombre e interrogativi rimasti senza risposta. Secondo la ricostruzione fornita dal marito di Elena all’epoca della scomparsa, la donna si sarebbe allontanata volontariamente a bordo di una Mercedes con targa straniera. Ma la famiglia, in particolare il fratello Paolo Vergani, e molti amici della donna non hanno mai creduto a questa versione. Dubbi che oggi sembrano trovare nuovi appigli grazie a un colpo di scena inatteso. Nel frattempo, oggi le telecamere di Rai3 torneranno sul posto per un nuovo collegamento da via Battisti, dove il silenzio è rotto solo dai tanti perché che ancora chiedono risposta. Se la lettera anonima ha detto il vero, se quelle ossa appartengono davvero a Elena, e se dopo vent’anni la verità potrà finalmente emergere dal sottosuolo.

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