domenica, Dicembre 7, 2025

Furlani nella storia, medaglia d’oro nel salto in lungo con 8,39. Dallavalle e Diaz in finale nel triplo

Una pedana illuminata, un salto che sfida la gravità, un’esplosione di emozione che travolge lo stadio e un Paese intero: Mattia Furlani è il nuovo campione del mondo nel salto in lungo. Un trionfo che profuma di leggenda, quello del talento azzurro, che conquista l’oro ai Campionati Mondiali di atletica con una prova sontuosa, tecnica e cuore al servizio di un sogno che, finalmente, è diventato realtà. A 20 anni appena compiuti, Furlani si prende tutto: il metallo più prezioso, l’applauso del mondo e un posto nell’Olimpo dell’atletica leggera. Un oro mondiale all’aperto che si aggiunge a quello conquistato pochi mesi fa ai Mondiali indoor di Nanchino, segno di una supremazia ormai indiscutibile nella disciplina.

La gara perfetta

Fin dal primo salto, si è capito che la serata aveva un’energia particolare. Mattia è entrato in pedana con lo sguardo lucido e una tranquillità disarmante. Il primo balzo è già una dichiarazione d’intenti: lungo, pulito, efficace. Gli avversari osservano, capiscono che sarà dura. Al secondo tentativo arriva la zampata: un salto monumentale, tecnico al millimetro, che fa volare il 20enne delle Fiamme Oro oltre gli 8 metri, con una fluidità che ha fatto trattenere il fiato agli spettatori di tutto il mondo. Il pubblico, all’inizio freddo, si scalda con ogni rincorsa dell’azzurro. Applaude, incita, partecipa a una magia che cresce salto dopo salto. La misura ufficiale, tenuta ancora segreta per questioni regolamentari, è bastata però a consegnare all’Italia una medaglia d’oro che mancava da troppo tempo nella specialità. E alla fine, quando il verdetto è arrivato, Mattia è crollato in ginocchio, vinto non dalla fatica, ma dalla commozione.

Le lacrime, il cuore

Intervistato dai microfoni di Rai Sport con la voce rotta dal pianto, Mattia non ha trattenuto le emozioni: “Non so se è tutto vero. È successo qualcosa di magico stasera”, ha sussurrato tra le lacrime. Poi il pensiero, dolcissimo, alla madre-coach, che lo segue fin da piccolo e che oggi, in pedana, ha svolto ancora una volta un ruolo fondamentale: “Inizio con i ringraziamenti soprattutto a mamma, che ha fatto un lavoro incredibile. Faccio ciò che amo e non c’è niente di più bello.” Lacrime sincere, parole semplici ma potenti, che raccontano molto più di una vittoria sportiva: narrano un percorso, una fatica, una dedizione fuori dal comune.

Una crescita esponenziale

Il 2025 è l’anno della consacrazione per Furlani, che appena due anni fa era una promessa, un giovane dalle grandi potenzialità. Oggi è un campione assoluto, ma con la consapevolezza di chi non ha ancora finito di crescere. È stato un anno di crescita fantastico: fino a due anni fa potevo solo sognare tutto questo e adesso è realtà”, ha detto con voce spezzata. “Abbiamo lavorato tantissimo grazie al mio team e alla mia famiglia, sono stati fantastici. Ringrazio pure un po’ me stesso, anche se il lavoro è ancora tanto e spero sia solo l’inizio. Grazie Italia, a tutti. Questa medaglia è per voi.”

L’Italia torna a brillare

Con questa medaglia d’oro, l’Italia dell’atletica scrive un’altra pagina storica. Dopo i fasti dell’era Jacobs-Tamberi, il testimone passa ora a una nuova generazione. Furlani non è solo un talento: è già un simbolo. In lui si riconosce una gioventù che crede ancora nella dedizione, nei sacrifici e nella passione pura per lo sport. Questa sera, sul podio più alto, non c’era solo un atleta. C’era un ragazzo con gli occhi lucidi e il cuore pieno. C’era un’Italia che sogna e salta con lui, sempre più in alto.

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