Era stato arrestato in flagranza a Parma nel dicembre 2023 con l’accusa di concorso in porto di ordigno esplosivo, un reato grave che aveva inizialmente portato alla sua detenzione in carcere. Successivamente, la misura cautelare era stata alleggerita: prima gli arresti domiciliari, poi, nel novembre 2024, l’obbligo di firma. È in questa fase che entra in gioco Ardea. Proprio nella cittadina del litorale laziale, il giovane aveva ottenuto l’autorizzazione a risiedere presso l’abitazione della compagna per scontare i domiciliari. Ardea, quindi, era diventata il fulcro della sua nuova vita sotto sorveglianza, nonché il punto di riferimento per l’esecuzione della misura alternativa alla detenzione. Una responsabilità che, però, il 28enne ha disatteso. La violazione delle prescrizioni imposte ha fatto scattare un nuovo provvedimento: la custodia cautelare in carcere, aggravamento della misura decisa dal Tribunale della Libertà di Bologna nel febbraio 2025. Dopo la fuga e il successivo rintraccio in Romania, la Corte di Cassazione ha respinto ogni tentativo di opposizione, rendendo definitiva la misura più restrittiva. Una vicenda che ha visto incrociarsi tre città – Parma, Ardea e infine una località rumena – nel tentativo, fallito, del giovane di sottrarsi alla giustizia italiana.