Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della neonata morta il 12 settembre nella casa maternità Il Nido di via Marmorata, nel quartiere Testaccio a Roma. Il padre della piccola Matilde, assistito dall’avvocato Andrea Mencarelli, ha diffuso una nota per chiarire la posizione della famiglia e ricostruire i fatti. L’uomo ha sottolineato come i genitori non si siano mai rivolti a una struttura privata, ma abbiano seguito il percorso previsto dalla normativa regionale, contattando la Asl Roma 3, alla quale la legge attribuisce l’obbligo di vigilanza sul parto a domicilio o in casa maternità. “Abbiamo richiesto con la modulistica prevista l’assegnazione dell’ostetrica e l’intervento della struttura pubblica, nel pieno rispetto della normativa, a tutela di mia moglie e di mia figlia”, ha dichiarato. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha iscritto nel registro due ostetriche. Il padre respinge le critiche sulla scelta del luogo del parto: “Il problema non può mai essere la scelta legittima, bensì l’eventuale mancanza di cautele da parte dei responsabili”.
Il nodo dei soccorsi
Nella ricostruzione emerge un dettaglio importante: i soccorsi sarebbero stati allertati dal padre stesso. “Ho chiamato io il 112 con il mio cellulare, le ostetriche non erano in condizione di farlo perché la struttura, situata in un seminterrato, non aveva campo né un sistema automatico di emergenza”. La tragedia ha colpito duramente la famiglia: la madre della neonata è ancora ricoverata in gravi condizioni. Il padre, spiegando di non aver potuto rilasciare prima dichiarazioni per lo stato di disperazione, ha concluso: “Racconterò tutto quando mia moglie starà meglio, per evitare che altre famiglie vivano un dolore simile. È un dovere verso mia figlia e verso chi potrebbe trovarsi nella nostra stessa situazione”.