Gli Stati Uniti aiuteranno a difendere la Polonia se la Russia continua ad aumentare la pressione. Lo ha detto Donald Trump parlando con i giornalisti alla Casa Bianca prima di partire per il funerale di Charlie Kirk, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. A fine agosto, alcuni funzionari del Pentagono hanno incontrato un gruppo di diplomatici europei e li hanno informati che gli Stati Uniti hanno intenzione di tagliare parte degli aiuti militari a Lettonia, Lituania ed Estonia, tutti membri della Nato che confinano con la Russia. Lo riporta Reuters, che cita fonti vicine alla questione secondo cui un funzionario del Pentagono avrebbe detto all’Europa che deve essere meno dipendente dagli Stati Uniti e che sotto la presidenza Trump Washington sposterà l’attenzione su altre priorità, come la difesa interna. Il presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, ha dichiarato che la Nato deve rispondere in modo adeguato alle violazioni russe, anche eventualmente abbattendo i jet russi. “La Russia si renderà conto molto rapidamente che hanno commesso un errore e hanno superato i limiti accettabili. Purtroppo, questo significa vacillare sull’orlo di un conflitto, ma cedere al male semplicemente non è un’opzione”, ha affermato Pavel. Le sue dichiarazioni giungono dopo che ieri l’Estonia ha denunciato la violazione del suo spazio aereo da parte di tre Mig-31 russi. Mosca nega che ci sia stata una violazione, ma Tallinn oggi ha nuovamente replicato respingendo la smentita russa. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a sollecitare gli Stati Uniti ad adottare sanzioni sever contro la Russia. “Sono grato che molte delle proposte dell’Ucraina siano state prese in considerazione” per il 19esimo “pacchetto di sanzioni dell’Ue”, ha scritto su Telegram. “Ora ci aspettiamo misure sanzionatorie severe anche da parte degli Stati Uniti: l’Europa sta facendo la sua parte”, ha sottolineato.Zelensky ha firmato oggi nuove misure ucraine contro Mosca. Nel mirino, ha spiegato, “i propagandisti che aiutano la Russia”, coloro “che fanno affari nei territori occupati e alimentano il bilancio della Russia” e quanti “destabilizzano la Moldavia nell’interesse di Mosca”. Caccia di Germania e Svezia si sono levati in volo ieri per intercettare e tracciare un aereo da ricognizione russo che sorvolava il Mar Baltico. Lo riferiscono funzionari militari, spiegando che due jet Gripen svedesi e due jet Eurofighter tedeschi sono stati dispiegati nello spazio aereo internazionale per monitorare e fotografare l’aereo da ricognizione russo IL-20. Secondo quanto riferito da funzionari dell’aeronautica militare svedese e tedesca, l’aereo volava senza fornire una rotta di volo o un contatto radio che potesse segnalarne la presenza, hanno riferito i funzionari militari. Il monitoraggio, che si è concluso senza incidenti, giunge in un momento in cui i Paesi membri della Nato e dell’Unione europea sono in stato di massima allerta per le attività militari e di ricognizione russe all’interno e intorno al loro spazio aereo. Venerdì tre jet russi sono entrati senza autorizzazione nello spazio aereo dell’Estonia e vi sono rimasti per 12 minuti, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri estone. Ciò è avvenuto poco più di una settimana dopo che gli aerei della Nato avevano abbattuto dei droni russi sopra la Polonia, alimentando i timori di un’estensione della guerra in Ucraina. “Oggi, i JAS 39 Gripen (svedesi) e gli Eurofighter (tedeschi) sono stati fatti decollare dal Mar Baltico meridionale per identificare e monitorare un aereo da ricognizione russo IL-20 nello spazio aereo internazionale”, ha dichiarato l’aeronautica militare svedese sul proprio account X. La Luftwaffe tedesca inoltre ha dichiarato che i suoi jet hanno inizialmente seguito l’aereo russo, prima di passare il monitoraggio ai caccia dell’alleato Nato svedese, per poi tornare alla base aerea di Rostock-Laage, nel nord della Germania. Oltre 50.000 persone si sono radunate ieri a Piazza degli Eroi, nel cuore di Budapest, per protestare contro l’uso dei fondi pubblici da parte del premier ungherese Viktor Orban in costose campagne di comunicazione accusate di disinformare gli elettori e alimentare l’odio politico. Dal suo ritorno al potere nel 2010, il leader nazionalista ha speso milioni di euro in iniziative mediatiche, spesso indirizzate contro avversari politici o temi sensibili come l’adesione dell’Ucraina all’Ue. Gli organizzatori, tra cui la compagnia teatrale Loupe Theatre Troupe, chiedono un referendum per vietare la propaganda statale “ingannevole o atta a incitare odio”. Alcuni manifestanti hanno denunciato un clima di ansia diffuso dalle campagne governative, mentre un pallone a forma di zebra – divenuta simbolo dello sfarzo delle élite al potere – ha sfilato sopra la folla. Intanto, l’esecutivo prepara una nuova “consultazione nazionale” sulla tassazione, che l’opposizione accusa di essere manipolata per rafforzare il consenso a favore di Orban.






