domenica, Settembre 28, 2025

Via dei Gordiani, la situazione a tre mesi dall’esplosione del distributore GPL

Sono passati quasi tre mesi, ma il ricordo del boato del 4 luglio è ancora vivo nella mente di chi abita nel quartiere. L’esplosione del distributore di GPL, che causò la morte di una persona e danni ingentissimi agli edifici circostanti, continua a pesare come un macigno sulla comunità. In quella tragica giornata, le fiamme si levarono altissime dopo la deflagrazione, trasformando il distributore in un inferno di fuoco visibile a chilometri di distanza. Vetri in frantumi, facciate lesionate, serrande divelte: il bilancio fu drammatico non solo per la vittima e i feriti, ma anche per l’intero tessuto urbano, con decine di famiglie costrette a lasciare le proprie abitazioni. Oggi, mentre qualcuno è riuscito a riaprire la propria attività commerciale, gran parte del quartiere è ancora segnata dalle transenne, dai ponteggi e dai lavori di messa in sicurezza. Nonostante i sopralluoghi dei tecnici e le promesse istituzionali, la paura per possibili rischi ambientali non è del tutto svanita: molti residenti temono che la bonifica del sito non sia stata completata in maniera definitiva. È in questo contesto che nasce la Rete Territoriale 4 Luglio, un comitato spontaneo di cittadini che da settimane si sta battendo per avere chiarezza sui tempi e sulle modalità dei risarcimenti. «Abbiamo perso case, negozi, tranquillità – spiegano i portavoce – e non possiamo restare in attesa indefinita di una risposta. Chiediamo certezze sulle coperture assicurative, sugli indennizzi e sul cronoprogramma dei lavori di ricostruzione». L’amministrazione comunale, dal canto suo, ha annunciato un nuovo incontro con i residenti entro fine mese per fare il punto sullo stato delle procedure e rassicurare la popolazione. Ma nel quartiere serpeggia un sentimento di frustrazione: il timore è che i tempi si allunghino e che il rischio di abbandono cresca. Intanto, nel silenzio rotto solo dal rumore dei cantieri, le serrande rialzate di alcune attività rappresentano un piccolo segnale di rinascita. Ma per molti la normalità è ancora lontana, e il 4 luglio rimane una ferita aperta che chiede giustizia e risposte concrete.

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