venerdì, Settembre 26, 2025

Abu Mazen: “Pronti a governare, Hamas lasci le armi”. La Flotilla fa rotta su Gaza

“Siamo pronti a lavorare con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e con il regno dell’Arabia Saudita, con la Francia, con le Nazioni Unite e con tutti i partner per attuare il  piano di pace che è stato approvato nella conferenza del 22  settembre”. Lo ha detto il leader palestinese, Mahmoud Abbas, nel suo  intervento in videocollegamento all’Assemblea generale delle Nazioni  Unite, insistendo per un lavoro verso “una pace giusta” e in nome  della “cooperazione a livello regionale” e ribadendo che “non  lasceremo la nostra terra”. “Non si può arrivare alla pace senza giustizia – ha rimarcato –  Vogliamo vivere in libertà, sicurezza e pace come tutte le altre  popolazioni sulla Terra e in uno stato sovrano, indipendente entro i  confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale, in sicurezza e  pace con i nostri vicini”. “Vogliamo uno stato moderno, civile, libero da violenza, armi ed estremismo, che rispetti la legge, i diritti  umani e investa nelle persone, nello sviluppo, nella tecnologia e  nella formazione, non in guerre e conflitti”.       “Continueremo la nostra battaglia pacifica, legittima e diplomatica  per i nostri diritti”, ha incalzato dopo aver tra l’altro insistito –  nel suo ragionamento sul piano di pace – per la “fine immediata e  permanente della guerra a Gaza”, l'”ingresso senza condizioni di aiuti umanitari tramite le organizzazioni dell’Onu, Unrwa compresa”, la  “fine dell’uso della fame come arma”, il “rilascio di tutti gli  ostaggi e i prigionieri da entrambe le parti”, il “ritiro completo  delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza”. Abbas ha ribadito  il ‘no’ al “piano per lo sfollamento” dei gazawi, ripetendo la  richiesta di “fine” di “tutte le azioni unilaterali che compromettono  la soluzione a due stati”, non solo nella Striscia di Gaza, la “fine  dell’assedio economico”. “Hamas e altre fazioni dovranno consegnare le loro armi  all’Autorità nazionale palestinese, nel quadro di un processo per  costruire le istituzioni di un’unico stato, con una legge e un’unica  forza di sicurezza legittima”, ha ribadito Abbas. Nel suo discorso ha ripetuto la condanna per l’attacco del 7 ottobre  2023 in Israele, che “non rappresenta la battaglia giusta dei  palestinesi per libertà e indipendenza”. “In Cisgiordania, anche a Gerusalemme Est”,  il “governo israeliano estremista continua ad attuare la sua politica  di insediamenti attraverso l’allargamento illegale degli insediamenti” e con lo “sviluppo di progetti per l’annessione di insediamenti”. Lo  ha detto il leader palestinese, Mahmoud Abbas, nel suo intervento in  videocollegamento all’Assemblea generale dell’Onu, in cui ha fatto  esplicito riferimento al caso dell’area nota come ‘E1’, che taglia in  due la Cisgiordania ed è considerata come una minaccia alla soluzione  a due stati. Abbas ha denunciato le “violazioni” israeliane. “Si  intensifica il terrorismo dei coloni”, ha accusato ancora Abbas.”Ho parlato con Bibi Netanyahu oggi e abbiamo parlato con tutti i leader del Medio Oriente. Siamo vicini a un accordo su Gaza, forse anche alla pace”. Lo ha detto Donald Trump rispondendo ad alcune domande durante la firma di una serie di ordini esecutivi. “Non permetterò a Israele di annettere la Cisgiordania. No. Non lo permetterò. Non accadrà”. Lo ha detto il presidente americano, Donald Trump, nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca. Il presidente argentino Javier Milei ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a margine della 80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo rende noto la Casa Rosada in un comunicato diffuso ai media, sottolineando che al centro del colloquio c’è stata la situazione degli ostaggi trattenuti a Gaza da quasi due anni. Milei ha ribadito il “fermo impegno” a collaborare per la loro liberazione e la disponibilità a lavorare con Israele in tutte le sedi necessarie. Secondo il capo di stato argentino, l’incontro ha permesso anche di “scambiare visioni sulla cooperazione scientifica e tecnologica” e di riaffermare la volontà comune di “rafforzare i legami di amicizia e collaborazione tra Argentina e Israele”. Dopo il vertice, Milei ha ricevuto un premio dall’organizzazione B’nai B’rith e si è incontrato con il presidente del Congresso Mondiale Ebraico, Donald S. Lauder, e con il direttore del Consiglio Ebraico Latinoamericano, Claudio Epelman, prima di rientrare a Buenos Aires.A Gaza “assistiamo a una sofferenza inimmaginabile. Bambini che muoiono di fame. Famiglie distrutte. Una catastrofe umanitaria che sconvolge la coscienza del mondo. L’uso della fame come arma di guerra è immorale. Una catastrofe che sfida le parole”. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, nel suo intervento all’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York. “L’Unione europea – ha affermato Costa – condanna il terrorismo in tutte le sue forme. I terribili attacchi di Hamas non possono essere dimenticati. Sosteniamo il diritto di Israele alla sicurezza. Ogni paese, ogni popolo, ha il diritto di vivere in sicurezza. Gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente”. Ma, ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo, “anche il popolo palestinese ha lo stesso diritto alla sicurezza e a vivere in uno Stato sostenibile. Una soluzione negoziata a due Stati è l’unica via per la pace” alla “sicurezza per entrambi i popoli e dignità per entrambi i popoli. Questa – ha sottolineato – è la soluzione che cerchiamo”. L’Unione europea, ha ricordato Costa – è stata un partner indispensabile nella regione. Siamo il principale fornitore di aiuti umanitari ai palestinesi. I finanziamenti europei hanno mantenuto in funzione ospedali, scuole e istituzioni. Siamo stati, nel corso degli anni, il principale sostenitore dell’Autorità nazionale palestinese, sostenendoli nel loro programma di riforme e nei loro sforzi per garantire un controllo efficace su tutto il territorio palestinese”.  L’Unione europea “si assume pienamente le proprie responsabilità. Ma noi, da soli – ha avvertito -, non possiamo fermare questa catastrofe umanitaria. La pace in Medio Oriente richiede una risposta collettiva. Bisogna che tutti si assumano le proprie responsabilità. Dobbiamo agire insieme e chiedere: il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi; un cessate il fuoco immediato; l’accesso all’aiuto umanitario completo e senza ostacoli; la fine degli insediamenti illegali” dei coloni israeliani in Cisgiordania; “un rinnovato e credibile impegno per una soluzione a due Stati”. “Questo è stato il forte messaggio della Conferenza dei Due Stati, ospitata lunedì da Francia e Arabia Saudita, per cui l’Unione europea si impegna pienamente”, ha concluso Costa.

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