venerdì, Settembre 26, 2025

Svolta su Garlasco, Pm: Soldi all’ex procuratore Venditti per scagionare Andrea Sempio 

Svolta sul caso Garlasco: sarebbero in corso, dall’alba, perquisizioni di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle abitazioni di ex investigatori ed inquirenti che parteciparono alle indagini sul delitto di Chiara Poggi. Sotto la lente le abitazioni dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, in quelle di zii e genitori di Andrea Sempio e di due ex carabinieri in servizio nel 2017, anno in cui Venditti ha archiviato l’inchiesta su Sempio, presso la Procura di Pavia. Si indaga – secondo quanto filtra – su un flusso di denaro. Il decreto è firmato dalla Procura di Brescia e si inserisce nell’inchiesta che coinvolge l’ex procuratore capo di Pavia Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari: il sospetto è che abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La notizia in anteprima l’ha data il Tg1, sui suoi canali social. È cominciata davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, l’udienza per discutere la richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dalla genetista Denise Albani e dall’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, periti del giudice, nella nuova inchiesta della procura pavese sull’omicidio di Chiara Poggi. Ancora da sciogliere il nodo principale relativo ai due profili dl Dna trovati sulle unghie della vittima. Uno dei quali per la difesa di Stasi, per i pm e per i loro consulenti è riconducibile ad Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine.

Il legale di Stasi: “Le nuove accuse sono di gravità inaudita”

“L’ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato. I magistrati dimostreranno la fondatezza di queste indagine, ma la gravità dei fatti contestati è inaudita”. Così l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, sulla nuova indagine sul caso Garlasco che vede indagato l’ex procuratore Mario Venditti. “L’indagine che ha portato Stasi in carcere è stata costellata da errori e orrori, come cancellare un alibi. L’indagine di oggi di Pavia e quella di Brescia sono costellate di approfondimenti. Qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno”. Un sospetto che nasce, secondo indiscrezioni, da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes ‘Venditti / gip archivia X 20-30 euro’ con la data ‘febbraio 2016’. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, il padre del nuovo sospettato del delitto della ventiseienne, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva nel 2017. “Serve una perizia calligrafica per attribuire i pizzini a chicchessia”. Lo ha detto l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, commentando la notizia dell’indagine sull’ex procuratore di Pavia. Secondo la Procura di Brescia “le indagini condotte nel 2017 a carico di Andrea Sempio sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della pg incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di pg, “e la breve durata dell’interrogatorio di Andrea Sempio” lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”.

Sempio al padre dopo l’interrogatorio: “Erano dalla nostra”

Andrea Sempio, la prima volta che venne indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, nel 2017, sarebbe stato “informato da qualcuno delle domande che gli sarebbero state rivolte”. Lo evidenziano, apprende l’Adnkronos, la pm Claudia Moregola e il procuratore di Brescia Francesco Prete nel decreto con cui hanno disposto le perquisizioni di oggi – anticipate dai social del Tg1 – a carico dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti (indagato per corruzione in atti giudiziari), due carabinieri in congedo, Andrea Sempio, i suoi genitori e alcuni parenti. Nel decreto di perquisizione si fa riferimento all’intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell’auto dell’indagato il 9 febbraio 2017, il giorno prima dell’interrogatorio. “Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che…”, dice il padre; “Sì lo so”, risponde il figlio. “Massimo – prosegue Giuseppe Sempio – se ti infila dentro qualche domanda che non… dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni…”.

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