lunedì, Settembre 29, 2025

Maxi-inceneritore di Santa Palomba, nuove querele scuotono Ardea e i Castelli Romani

Cresce la tensione intorno al progetto del maxi-inceneritore da 600mila tonnellate all’anno a Santa Palomba, al confine con Albano, Pomezia e Ardea. Nei giorni scorsi sono state depositate tredici querele da parte di associazioni e comitati locali: tra questi, Salute Ambiente Albano (rappresentata da Amadio Malizia), Pavona per la Tutela della Salute (Adriana Salari) e il comitato UST – Uniti per la Salvaguardia del Territorio, fondato da Ettore Ronconi, scomparso prematuramente. Secondo quanto riportato nelle querele, visionate dalla nostra redazione, la vicenda è definita “gravissima”, in quanto mette in discussione non solo la correttezza amministrativa, ma anche la salute di centinaia di migliaia di cittadini dei Castelli Romani, di Ardea e di Pomezia. Gli esponenti locali sottolineano anomalie nelle nomine dei dirigenti comunali e nella gestione dell’iter autorizzativo dell’impianto, già sotto la lente di Procura e Corte dei Conti. Proprio una delle querele più recenti ha spinto la Corte dei Conti ad aprire una nuova indagine, che si aggiunge a quella già in corso sulla compravendita del terreno acquistato da Ama, sul quale dovrebbe sorgere l’inceneritore, e sul quale il prezzo pagato sarebbe stato “gonfiato” di circa 5 milioni di euro secondo le accuse. L’iniziativa delle associazioni evidenzia come il dibattito sul maxi-inceneritore non sia solo di natura ambientale, ma anche giuridico-amministrativa, mettendo in luce possibili responsabilità per danno erariale e gestione irregolare dei fondi pubblici. I cittadini, le associazioni e i comitati locali chiedono ora massima trasparenza e la sospensione del progetto fino a chiarimenti completi sulle nomine e sulla regolarità dell’iter.

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