venerdì, Ottobre 3, 2025

“Il potere impositivo spetta al Consorzio Colle Romito, non al Comune”

La Corte di Cassazione mette un punto fermo sulla lunga vicenda giudiziaria che ha visto contrapposti alcuni residenti del Consorzio Colle Romito e lo stesso ente gestore delle strade. Con una delle decisioni depositate in questi giorni, i giudici della Suprema Corte hanno chiarito che è il consorzio – e non il Comune – ad avere pieno titolo nell’attività di riscossione dei contributi. Nelle motivazioni, i giudici affermano senza ambiguità che «è, difatti, il consorzio ad essere titolare dell’attività gestoria dei beni e dunque del gettito contributivo che ne è correlato, cui si collega necessariamente il potere impositivo». A ciò si aggiunge, prosegue la Cassazione, la competenza per «la connessa attività di redazione dei ruoli compilati in base al piano di ripartizione approvato dal consiglio comunale». Il ruolo del Comune, dunque, viene ridimensionato a un atto preliminare: «la disposizione […] circoscrive l’attività comunale alla sola approvazione del piano di ripartizione dei contributi dovuti, quale atto presupposto all’iscrizione a ruolo». In altre parole, l’amministrazione creditrice resta il Consorzio, e non l’ente municipale. La Suprema Corte ha inoltre sottolineato come neppure eventuali convenzioni stipulate tra enti possano modificare questo assetto normativo. Nel caso specifico, la convenzione del 7 maggio 2010 tra il Comune di Ardea e il Consorzio Colle Romito non ha alcun effetto sul potere impositivo: «non può una convenzione tra enti sovvertire il criterio normativo della competenza circa il potere impositivo, che, per quanto detto, appartiene al consorzio». La sentenza rappresenta un passaggio cruciale nella disputa, legittimando in pieno l’operato del Consorzio Colle Romito e consolidando la sua posizione nella gestione e manutenzione delle strade vicinali. Una decisione destinata a fare scuola anche per altre realtà consortili sul territorio nazionale.

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