Oltre 500 persone hanno partecipato ieri mattina al corteo per lo sciopero generale organizzato a Viterbo per dire basta alla guerra a Gaza e manifestare vicinanza alla Global Sumud Flotilla, impegnata in missioni umanitarie nel Mediterraneo. Il concentramento è avvenuto in piazza Verdi alle 9.30, dove si sono ritrovati rappresentanti del mondo sindacale, studentesco e associativo, con una forte presenza di giovani. A promuovere l’iniziativa sono stati Usb, Cgil e Arci Viterbo, con l’adesione del Tavolo per la Pace, Anpi, Rete degli Studenti Medi, i movimenti giovanili di Pd e Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista e la comunità musulmana di Viterbo. Il corteo ha attraversato via Marconi e via Ascenzi per poi raggiungere piazza del Comune, divenuta da oltre 20 giorni il simbolo del presidio permanente per Gaza. Cartelli e striscioni parlavano chiaro: “Fermate questo incubo”, “Stop genocidio”, “Netanyahu assassino”. Dal palco, i vari interventi hanno chiesto alla sindaca Chiara Frontini una presa di posizione netta contro la guerra e contro la vendita di armi italiane a Israele. L’Usb ha rivolto un appello diretto ai giovani: «Questa è una lotta di civiltà – hanno detto –. Difendere il popolo palestinese significa difendere tutti i popoli stanchi di guerre e soprusi mossi da interessi economici di pochi». Il tema del conflitto è stato legato anche alla crisi interna del Paese. «Giù le armi sui salari – hanno scandito i manifestanti –. I soldi pubblici devono andare a welfare, sanità, pensioni e scuole, non al riarmo». Una delegazione di organizzatori ha incontrato il viceprefetto, chiedendo al Governo il rispetto del diritto internazionale e la tutela degli attivisti della Flotilla. Gli attivisti hanno inoltre sollecitato l’embargo immediato delle armi verso Israele e la revisione del progetto del ministro Valditara, che prevede il silenzio nelle scuole sulla questione palestinese. Nel manifesto ufficiale dello sciopero, diffuso a livello nazionale, si legge: «L’aggressione contro navi civili con cittadini italiani è un fatto di estrema gravità, un colpo ai principi costituzionali e al diritto umanitario». Il presidio di piazza del Comune continuerà a oltranza, ogni giorno dalle 18, finché – promettono i manifestanti – non arriveranno risposte chiare dalle istituzioni.