sabato, Ottobre 4, 2025

Occhiuto vs Tridico: scintille su lavoro, sanità e inchieste. Un confronto da alta tensione su SkyTg24

Distanti quanto più non potrebbero, il presidente dimissionario e ricandidato Roberto Occhiuto e lo sfidante Pasquale Tridico, europarlamentare del M5S e candidato del campo progressista, si sono affrontati nel “Confronto di SkyTg24” in un duello tutto a distanza, ma dai toni roventi. Lavoro, sanità, autonomia, perfino Palestina: ogni tema è diventato terreno di scontro tra due visioni opposte della Calabria e del Paese. Il primo round è sul lavoro. Tridico parte dai numeri: “La Calabria ha il tasso di occupazione più basso d’Europa, il 48%. Serve un piano di reclutamento pubblico: 3.000 operatori per la cultura e 7.000 per l’ambiente”. Ma Occhiuto non ci sta: “Non è con 7.000 forestali che si risolve il problema. Noi abbiamo puntato su sgravi alle imprese e bandi per nuove assunzioni”. Il confronto si infiamma sulla sanità. “Un disastro – attacca Tridico – ospedali chiusi anche con il sostegno di Occhiuto, intere aree senza assistenza. Serve una guardia medica in ogni comune”. Fredda la replica del governatore: “Non conosce la storia né il presente. Ho riaperto cantieri fermi da vent’anni. I commissari nominati dal governo Conte non hanno speso un euro”. Scontro anche sul Ponte sullo Stretto: per Occhiuto è “un attrattore di investimenti”, per Tridico “un’opera non prioritaria”. L’autonomia differenziata divide ancora di più: l’eurodeputato accusa Occhiuto di aver votato con la Lega “che vuole spaccare il Sud”, mentre lui rivendica di aver “frenato finché non fossero definiti i Lep”. La tensione sale su Gaza. Tridico parla di “riconoscimento dello Stato di Palestina come dovere politico e morale contro un genocidio”, ma Occhiuto ribatte: “È una catastrofe umanitaria, ma il riconoscimento non ha senso a livello regionale. Il governo ha la posizione corretta”. “Disgustoso”, replica secco Tridico. Il momento più teso arriva sul fronte giudiziario. Alla domanda se si dimetterebbe in caso di rinvio a giudizio, Occhiuto risponde: “No. Mi sono già dimesso dopo l’avviso di garanzia per evitare strumentalizzazioni”. Tridico invece dice “Sì” e incalza: “Ha ricevuto un altro avviso di garanzia?”. “No – replica Occhiuto – è vergognoso usare questi temi in campagna elettorale. Il partito di Conte sosteneva Ricci, anche lui indagato. Ora, dopo la sconfitta nelle Marche, il loro garantismo diventa giustizialismo”. Dopo un confronto a colpi di accuse e numeri, l’attesa ora è tutta per il verdetto delle urne, domenica e lunedì.

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