Sembrava un amore nato per caso, di quelli che riaccendono la fiducia nella vita. Invece, per Lara, 46 anni, impiegata romana, è diventato un incubo: una truffa romantica architettata con meticolosa freddezza da un uomo che si spacciava per professore di storia contemporanea. Un falso gentiluomo che, dietro i modi garbati e le parole colte, nascondeva un truffatore esperto nel manipolare i sentimenti. Tutto è iniziato su un social network per incontri, dove l’uomo – profilo elegante, foto in giacca e cravatta, tono rassicurante – si è presentato come “Andrea, docente universitario in trasferta a Londra”. Messaggi quotidiani, lunghe telefonate serali, piccoli gesti di premura: “Mi scriveva ogni mattina, ricordava ogni dettaglio, sembrava conoscere la mia anima”, racconta Lara. “Mi faceva sentire vista, ascoltata, capita come nessuno aveva mai fatto”. Dopo pochi mesi, la confidenza era diventata profonda. Andrea raccontava di essere rimasto vedovo, di vivere per il lavoro e di voler “ricominciare a credere nell’amore”. Poi, la svolta: “Mi disse che aveva un problema bancario, che un trasferimento di fondi per una ricerca all’estero era stato bloccato. Mi chiese un aiuto temporaneo, promettendo che avrebbe restituito tutto nel giro di pochi giorni”. Così, tra un bonifico e l’altro, Lara gli ha versato 35 mila euro, convinta di sostenere l’uomo che amava. Ma dietro quella voce calda e premurosa c’era solo un impostore. “Quando ho provato a contattarlo di nuovo, il suo numero era irraggiungibile. Tutti i profili social erano spariti. È stato come se si fosse dissolto nel nulla”. La denuncia è partita subito, ma recuperare i soldi è quasi impossibile. Le indagini hanno rivelato che il truffatore faceva parte di una rete internazionale di frodi sentimentali, con server e conti correnti all’estero. “Ho perso i miei risparmi, ma soprattutto la fiducia nelle persone”, dice Lara con voce spezzata. Secondo la Polizia Postale, il Lazio è tra le regioni italiane più colpite dal fenomeno delle truffe romantiche, in costante aumento. Nel solo 2024, si stimano oltre 2.500 casi, con vittime prevalentemente donne tra i 40 e i 60 anni, ma anche uomini single o divorziati. I truffatori sfruttano piattaforme digitali e tecniche di “social engineering”, costruendo rapporti emotivi per settimane o mesi prima di chiedere denaro, spesso con scuse legate a malattie, viaggi o problemi burocratici. L’appello degli investigatori è chiaro: diffidare di chi chiede soldi online, anche se il legame sembra autentico. “Nessun amore vero – ricordano gli esperti – ha bisogno di un bonifico per esistere”. Lara oggi prova a ripartire. “Mi vergognavo, ma ho deciso di parlare perché altre donne non cadano nella stessa trappola. Non è debolezza fidarsi, è umano. Ma chi tradisce la fiducia di un cuore, commette la peggiore delle truffe”.