“Dilexi te”: questo il titolo della prima esortazione apostolica di Papa Leone XIV. Come comunicato dalla sala stampa della Santa Sede, la firma dell’esortazione apostolica è avvenuta sabato 4 ottobre, alle ore 8.30, presso la Biblioteca privata del Palazzo apostolico, alla presenza di monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato. Il documento verrà presentato il 9 ottobre alle ore 11.30 presso la sala stampa della Santa Sede. L’Esortazione apostolica “Dilexi te”, “Ti ho amato”, avrebbe, secondo quanto si apprende, come tema quello dei poveri. Si tratterebbe di un lavoro che era stato avviato da Papa Francesco; in omaggio a questa continuità, l’Esortazione ha questo titolo, dopo la ‘Dilexit Nos’ di Bergoglio di fine 2024, l’ultimo suo documento magisteriale. La centralità dei poveri è stata messa in evidenza più volte da Papa Leone in questi quasi cinque mesi di pontificato. E’ da attendersi anche qualche passaggio sulle guerre e sull’emergenza climatica che appunto causano povertà e ingiustizie sociali. Come anche potrebbe esserci un richiamo alla Chiesa perché consideri i poveri protagonisti e non solo soggetti da aiutare.
Papa Leone ha parlato spesso dell’attenzione ai poveri. Lo ha fatto anche nel corso della canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis il 7 settembre scorso: “Hanno vissuto questo amore per Gesù Cristo soprattutto nell’Eucaristia ma anche nei poveri, nei fratelli e nelle sorelle”. Anche nella messa con gli operatori e gli assisiti della Caritas della diocesi di Albano, lo scorso 17 agosto, aveva messo in risalto la centralità dei poveri: “Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito, tra chi sembra dare e chi sembra ricevere, tra chi appare povero e chi sente di offrire tempo, competenze, aiuto. Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti, ognuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per gli altri”. Il Giubileo apre “alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia di tutti, perché in realtà non è così. In questo anno dobbiamo scegliere chi servire, se la giustizia o l’ingiustizia, se Dio o il denaro. Sperare è scegliere”. Lo ha detto il Papa nell’udienza giubilare sottolineando che “il mondo cambia se noi cambiamo”. “Sperare è scegliere perché chi non sceglie si dispera. Una delle conseguenze più comuni della tristezza spirituale, cioè dell’accidia, è non scegliere niente. Allora chi la prova è preso da una pigrizia interiore che è peggio della morte. Sperare invece, è scegliere”, ha ribadito Papa Leone. “Il Vangelo preso sul serio può apparire una rivoluzione” e “piace ai giovani”. Lo ha detto il Papa nell’udienza giubilare a Piazza San Pietro. Il Papa in particolare ha presentato la figura di “una ragazza coraggiosa e controcorrente: Chiara di Assisi. E sono contento di parlare di lei proprio nel giorno della festa di San Francesco. Sappiamo che Francesco, scegliendo la povertà evangelica, dovette rompere con la propria famiglia. Era però un uomo: lo scandalo ci fu, ma fu minore. La scelta di Chiara – ha sottolineato Papa Leone – risultò ancora più impressionante: una ragazza che voleva essere come Francesco, che voleva vivere, da donna, libera come quei fratelli”. Chiara “ha capito che cosa chiede il Vangelo. Ma anche in una città che si crede cristiana, il Vangelo preso sul serio può apparire una rivoluzione. Allora, come oggi, bisogna scegliere! Chiara ha scelto, e questo – ha proseguito il Pontefice – ci dà una grande speranza”. “La Chiesa è giovane e attira i giovani. Chiara di Assisi ci ricorda che il Vangelo piace ai giovani. È ancora così: ai giovani piacciono le persone che hanno scelto e portano le conseguenze delle loro scelte. E questo fa venire voglia ad altri di scegliere. È una santa imitazione: non si diventa ‘fotocopie’, ma ognuno, quando sceglie il Vangelo, sceglie sé stesso”.
Leone XIV firma prima esortazione apostolica: “Dilexi te”. Papa: “Il Vangelo è rivoluzione”
