È atterrato intorno alle 23.30 all’aeroporto di Fiumicino il gruppo di 18 italiani appartenenti alla Global Sumud Flotilla, rilasciati dalle autorità israeliane dopo giorni di detenzione. Si tratta di parte dei 26 connazionali coinvolti nella missione umanitaria diretta verso Gaza, fermata in acque internazionali. Il gruppo, dopo il rilascio, è stato trasferito con un volo charter Turkish Airlines decollato alle 13.40 (12.40 italiane) dall’aeroporto di Eilat e diretto a Istanbul, dove ha ricevuto assistenza dal Consolato Generale d’Italia. Da lì, i volontari sono stati suddivisi su due diversi voli: uno diretto a Roma e l’altro a Milano. Restano invece ancora in Israele 15 italiani, che non hanno firmato il foglio di rilascio volontario. Come spiegato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, “rimarranno ancora due o tre giorni in Israele perché non hanno voluto firmare la liberatoria e sono in attesa dell’espulsione coatta”. La legge israeliana prevede infatti una detenzione di 72 ore per chi rifiuta di sottoscrivere l’atto di rilascio. “Chi resta lo fa per garantire tutela e visibilità agli altri, sfruttando la protezione dei nostri passaporti privilegiati”, ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce del Global Movement to Gaza, sottolineando la volontà del movimento di coprire le spese di viaggio dei volontari ancora trattenuti. I costi del rimpatrio dei connazionali rilasciati nella giornata di oggi sono stati invece coperti da Turkish Airlines, che ha messo a disposizione i voli di rientro. Il ritorno a casa degli attivisti italiani segna una tappa importante nella vicenda della Global Sumud Flotilla, missione nata per portare aiuti umanitari a Gaza e simbolo della protesta pacifica contro il blocco imposto dal governo israeliano. Tuttavia, la tensione resta alta, e le prossime ore saranno decisive per il rilascio degli ultimi attivisti ancora trattenuti.
Rientrati a Fiumicino 18 italiani della Global Sumud Flotilla: altri 15 ancora trattenuti in Israele
