lunedì, Ottobre 6, 2025

Francia, al via il governo Lecornu: nominati 18 ministri. Prime reazioni già molto negative

Il presidente francese Emmanuel Macron ha ufficialmente nominato 18 ministri, dando così vita, dopo quattro settimane di trattative, al governo guidato da Sébastien Lecornu, E’ il terzo esecutivo in un solo anno, ed appena formato, è già minacciato di essere rovesciato dalle opposizioni di sinistra e di estrema destra. La presidenza francese ha presentato una lista di 18 ministri – si prevede che altri saranno annunciati dopo il discorso di politica generale del Primo Ministro, previsto per martedì – molti dei quali facevano già parte del precedente governo del centrista François Bayrou. È il caso, in particolare, di Jean-Noël Barrot agli Affari esteri, del leader del partito Les Républicains (LR, destra) Bruno Retailleau all’Interno, o ancora di Gérald Darmanin alla Giustizia. Sorpresa di questo nuovo governo è il ritorno di Bruno Le Maire, nominato alle Forze Armate dove succederà allo stesso Sébastien Lecornu. Le Maire è stato l’inamovibile ministro dell’Economia e delle Finanze di Emmanuel Macron per sette anni, dal 2017 al 2024. Il macronista Roland Lescure è stato nominato ministro dell’Economia e delle Finanze. Avrà la pesante responsabilità di presentare un progetto di bilancio 2026 accettabile per il Parlamento, mentre le finanze pubbliche del Paese sono in pessime condizioni, con un debito di 3.300 miliardi di euro, pari a oltre il 115% del PIL. Tra gli altri, Rachida Dati sarà la ministra della Cultura mentre la delega ai Trasporti va a Philippe Tabarot, Marina Ferrari sarà la ministra dello Sport. Gli ex premier francesi Elisabeth Borne e Manuel Valls resteranno ministri, rispettivamente con delega all’Istruzione e ai Territori d’Oltremare. Catherine Vautrin viene nominata ministra del Lavoro e Salute e Amélie de Montchalin continuerà a occuparsi di Conti pubblici. Naïma Moutchou sarà la ministra della Trasformazione, della funzione pubblica, dell’intelligenza artificiale, Aurore Bergé ministra della Parità tra donne e uomini e portavoce del governo, mentre Mathieu Lefèvre sarà il ministro dei rapporti con il Parlamento. “Trovare compromessi con tutti i parlamentari”, essere ”negoziatori”. E’ questo che il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha chiesto ai ministri del suo governo, nominati oggi. Lo ha reso noto il suo entourage, come riporta Le Figaro. Una richiesta, quella del premier, segnata dal fatto che è privo della maggioranza all’Assemblea nazionale e minacciato di censura dall’opposizione. Questo governo “assomiglia alla base comune” della destra e del centro della precedente coalizione di governo e “punta alla stabilità”, perché “certi attori e amministrazioni hanno bisogno di continuità”, e al “rinnovamento poiché dei ministri nominati oggi, un terzo” di loro “non apparteneva al governo precedente”, ha detto Lecornu secondo quanto riferito dal suo entourage. Il suo “primo obiettivo sarà” far approvare un bilancio per la Francia entro la fine dell’anno” e “guidare alcuni grandi progetti di interesse nazionale per i nostri concittadini”, ha aggiunto la stessa fonte. Mentre il primo ministro negozia in primo luogo con i socialisti per evitare una censura immediata e cercare poi di superare l’ostacolo del bilancio, le prime reazioni sono state molto negative. “Vengono rovesciati ma rimangono al loro posto”, ha protestato il capogruppo dei deputati del PS Boris Vallaud, denunciando l’‘ostinazione’ dei macronisti che “ogni giorno immergono un po’ di più il Paese nel caos”. Nel partito di destra Les Républicains che, dopo lunghe esitazioni, aveva optato per una “partecipazione esigente” al governo, il suo leader Bruno Retailleau, riconfermato ministro dell’Interno, si è ribellato pubblicamente in serata contro la sua composizione che “non riflette la rottura promessa”. “Tutto ciò per questo? Il governo Lecornu è una processione di redivi, l’80% dei quali sono membri di LR (Les Républicains, ndr) ed ex membri di LR, assunti per continuare una politica che ha causato così tanta sofferenza popolare e danni ecologici. Elezioni per niente, due censure per niente? Non durerà. E tutto questo per cosa? Solo per alimentare un’oligarchia parassitaria nel Paese. Il conto alla rovescia per cacciarli tutti è iniziato”. Lo scrive su X Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, dopo la nomina del governo francese guidato da Sébastien Lecornu.

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