L’opposizione di Ardea ha ufficialmente presentato una mozione di sfiducia nei confronti della sindaca Elena Gubetti e della sua giunta. L’iniziativa, sottoscritta da undici consiglieri comunali, verrà discussa durante il prossimo consiglio comunale, previsto per la fine del mese. La mozione è sostenuta dai rappresentanti del centrodestra – Gianluca Paolacci, Lamberto Ramazzotti, Salvatore Orsomando, Wilma Pavin, Emanuele Vecchiotti, Luca Piergentili, Luigino Bucchi e Alessandro Fondate – e dalle liste civiche Anno Zero e Città Futura – Federico Salamone, Laura Mundula e Alessio Vito Lasorella –, già uscite dalla maggioranza per divergenze sui principi di governo. Per determinare la caduta della sindaca, sarebbero necessarie 13 adesioni, un numero che al momento non è garantito. «Sappiamo che i numeri non bastano – afferma Paolacci – il nostro obiettivo è portare la discussione in Consiglio per spiegare alla città le motivazioni. Non è nulla di personale, ma ci sono scelte che non riusciamo più a comprendere. Questa città merita di più». Tra le criticità evidenziate dagli undici consiglieri vi sono la violazione dell’accordo politico di ripartenza, la mancanza di condivisione e trasparenza nelle decisioni e l’approvazione di iniziative come il progetto “Orizzonte Connessi” per Campo di Mare, ritenuto non essenziale e costoso. Contestata anche la gestione dell’Estate Caerite 2025, approvata senza un adeguato confronto con la maggioranza, e l’assenza di consultazioni sul piano “Sport e Periferie 2025”. Le accuse riguardano inoltre i ritardi nelle opere pubbliche, tra cui i marciapiedi di Valcanneto previsti per il 2025, e la mancata manutenzione di infrastrutture e servizi essenziali. Per i gruppi Anno Zero e Città Futura, grave è stata anche l’esclusione dalle commissioni permanenti, ritenuta una limitazione della rappresentatività consiliare. Secondo il centrodestra, la mozione intende denunciare una gestione della cosa pubblica caratterizzata da mancanza di trasparenza, violazioni sistematiche degli accordi e processi democratici interni insufficienti, chiedendo maggiore responsabilità e condivisione nelle scelte amministrative.