giovedì, Ottobre 9, 2025

La Roma della cultura divisa in due: il cuore batte al centro, le periferie restano ai margini

La mappa elaborata dall’Università Roma Tre è basata sulla divisione di Roma in zone urbanistiche, in attesa che si concluda il processo, avviato dal Comune, di revisione della geografia urbana della città e si conoscano nel dettaglio i confini dei nuovi quartieri e rioni che sostituiranno le zone urbanistiche. La mappa mostra chiaramente come il Centro Storico sia il fulcro della vita culturale cittadina, con 1.669 luoghi censiti tra monumenti, chiese e basiliche, musei e archivi di rilevanza nazionale, piazze e spazi aperti, strutture ricettive e luoghi di ristorazione legati al turismo culturale dove sono stati accolti eventi. Secondo sul podio troviamo l’Esquilino con 607 luoghi, caratterizzato da un mix di luoghi storici e spazi multiculturali, con un’elevata presenza di teatri e sale polifunzionali e una forte componente commerciale legata alla cultura. Segue Trastevere, che si colloca al terzo posto con 358 luoghi, nota per la presenza di piccoli teatri e spazi per spettacoli, l’elevata concentrazione di ristoranti e locali con eventi musicali e l’importante patrimonio architettonico e religioso. Dal quarto posto troviamo poi la zona urbana di XX Settembre (282 luoghi della cultura) con una ricca presenza di edifici storici e piazze; Prati (211), zona residenziale ma anche turistica; la zona dell’Università La Sapienza (178), con forte presenza di spazi di studio e biblioteche; la Zona Archeologica (163); Nomentano (145) e Salario (132), quartieri residenziali storici con spazi culturali consolidati; Aventino (127), zona caratterizzata da spazi storici e religiosi. Le zone meno dotate Tra le zone urbanistiche con assente o scarsa numerosità di luoghi culturali troviamo invece S. Maria di Galeria, area rurale con scarsa densità abitativa (3 luoghi della cultura); Casetta Mistica, Castel Porziano, Castel Romano, Bufalotta, Martignano, Acquatraversa, Acqua Vergine (tutte con soli 2 luoghi della cultura ciascuna). Seguono poi la zona urbana Centro Direzionale Centocelle (1 luogo della cultura); Tor di Valle (1 luogo della cultura); Santa Palomba (0 luoghi della cultura). La ricerca degli accademici dell’Università Roma Tre mostra come in oltre 103 zone su 155 non esiste un museo o un’area archeologica, in 96 non c’è nemmeno un cinema, in 83 nemmeno un teatro e 57 sono prive anche di una libreria o banco libri. Il dato stride con la vitalità degli eventi registrata dalla SIAE nel 2023, che conferma un calendario culturale densissimo, concentrato principalmente nelle aree centrali. “Questa mappatura è la fotografia della Roma della cultura di oggi e vuole essere uno strumento in più non solo per i decisori pubblici, ma anche per le imprese culturali e creative, per avviare una vera rivoluzione culturale nella nostra Capitale – spiega la prof.ssa Michela Addis, docente Roma Tre e responsabile scientifica della ricerca -. Le zone urbanistiche in cui è stata finora suddivisa Roma presentano diverse disomogeneità al loro interno, tanto che il Comune sta procedendo alla revisione delle unità di analisi per migliorare le omogeneità delle aree, ma ci mostrano chiaramente che Roma è una città a più velocità. Il centro gode di una ricchezza straordinaria, ma le periferie rischiano di restare tagliate fuori. Con questo progetto abbiamo voluto fornire uno strumento operativo affinché Roma possa diventare un laboratorio internazionale di innovazione culturale, in cui il patrimonio non è solo memoria, ma leva strategica per il futuro della della città e delle sue comunità”.

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