Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso fiducia nella tenuta del cessate il fuoco a Gaza tra Israele e il movimento islamista Hamas. “Reggera’. Credo che reggera’. Sono stanchi di combattere”, ha dichiarato ai cronisti Trump, che ha confermato l’intenzione di recarsi questo fine settimana in Israele e in Egitto. Gli ostaggi israeliani prigionieri a Gaza “torneranno lunedi’” e “Hamas li sta radunando in questo momento”. Lo ha dichiarato ai cronisti il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nello Studio Ovale. “Ci sono circa 28 morti, alcuni stanno venendo recuperati mentre parliamo”, ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti, che nei prossimi giorni visitera’ Israele, dove parlera’ alla Knesset, e l’Egitto. “Tutti vogliono che questo accordo avvenga. C’e’ consenso sulle prossime fasi del piano per Gaza”, ha concluso Trump. Hamas continua a insistere sui mediatori per ottenere la scarcerazione di alcuni leader palestinesi detenuti in Israele, tra cui Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, la cui liberazione non e’ stata concordata nelle trattative per il cessate il fuoco. Lo ha dichiarato ad Al Jazeera un alto funzionario della fazione islamista, Mousa Abu Marzouk. “Il movimento sta insistendo sulla loro liberazione e i negoziati sono ancora in corso”, ha detto Marzouk. Hamas aveva in precedenza diffuso un comunicato nel quale assicurava il rispetto della “fase uno” del piano di pace, che prevede la riconsegna degli ostaggi israeliani a Gaza, vivi e morti. Abdullah Barghouti, Hassan Salama, Ibrahim Hamed e Abbas al-Sayyed figurano tra gli altri prigionieri di rilievo di cui Hamas chiede la scarcerazione. Domani entreranno nella Striscia di Gaza nuovi aiuti umanitari e altri beni di prima necessita’, incluso il carburante. Lo ha annunciato un alto funzionario di Hamas, riporta Haaretz. Secondo le indiscrezioni, i mediatori hanno chiesto alla Israel Electric Corporation di prepararsi a riprendere la fornitura di energia elettrica all’enclave palestinese. E’ inoltre prevista, a meta’ della settimana prossima, la riapertura del valico di Rafah al transito di civili in entrambe le direzioni. “Dopo i due anni passati, il ritorno degli ostaggi in un paio di giorni sarebbe miracoloso, come pure un cessate il fuoco… Ma ci sono così tante cose che non sappiamo”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Michael Walzer.”È difficile immaginare un governo di Donald Trump e di Tony Blair. Ci dovrà essere un qualche tipo di amministrazione palestinese, preferibilmente guidata dall’Autorità palestinese. Non so se Israele ha accettato una cosa del genere ma è difficile immaginare il prossimo passo in un processo di pace che non includa un qualche tipo di governo palestinese con supporto egiziano e saudita”.”Sembra che l’amministrazione Biden avesse l’idea giusta sin dall’inizio su quello che sarebbe dovuto accadere, ma non sono stati pronti a fare reale pressione sul governo di Netanyahu. Ovviamente è anche vero che dopo la sconfitta di Hezbollah e dell’Iran è diventato molto più facile fare pressione su Bibi, ma Biden non c’era più. Comunque penso che l’amministrazione Biden non sia stata abbastanza dura. Erano troppo consapevoli dei nemici di Israele, della precarietà di Israele dopo il 7 ottobre. Ho molta simpatia per i ministri di Biden, penso che Antony Blinken (l’ex segretario di Stato, ndr) e il capo della Cia Bill Burns fossero parte di un’ottima delegazione, ma non sono stati abbastanza duri”, afferma. Hamas, la Jihad Islamica e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina hanno diffuso una nota nella quale affermano che non accetteranno, nel quadro del piano di pace, nessun “dominio straniero” nella Striscia di Gaza. Lo riportano i media israeliani. “Il governo di Gaza e’ una questione dei palestinesi”, si legge nella dichiarazione delle milizie, che hanno pero’ salutato con favore l’impegno per la ricostruzione manifestato dal numerosi Paesi. I movimenti islamisti hanno sottolineato che finora e’ stato raggiunto un accordo “sull’applicazione della prima fase” del piano e hanno promesso di continuare a lavorare per la liberazione dei prigionieri palestinesi che non verranno liberati sulla base dell’accordo con Tel Aviv. I corpi di 155 palestinesi uccisi negli attacchi israeliani sono stati trasportati negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, inclusi 135 i cui corpi sono stati recuperati da sotto le macerie, secondo quanto riportato da fonti mediche dopo la mezzanotte. Lo riferisce l’agenzia palestinese Wafa. Le fonti hanno affermato che 19 palestinesi sono stati uccisi nei continui attacchi aerei israeliani in tutta la Striscia, nonostante l’annunciato accordo di cessate il fuoco, mentre una persona è deceduta per le ferite riportate in un precedente attacco. Secondo le stesse fonti, 16 persone sono state uccise quando aerei da guerra israeliani hanno bombardato una casa di proprietà della famiglia Ghabboun nel sud di Gaza City. Due palestinesi sono stati uccisi anche in un attacco aereo a sud di Khan Younis, sempre nel sud di Gaza. Gli ospedali della Striscia hanno ricevuto un gran numero di vittime: 43 corpi sono stati trasportati all’ospedale Al-Shifa,60 all’ospedale Battista Al-Ahli di Gaza City, quattro all’ospedale Al-Awda di Nuseirat, 16 all’ospedale dei Martiri diAl-Aqsa a Deir al-Balah e 32 all’ospedale Nasser di Khan Younis. Dall’ottobre 2023, oltre 67 mila palestinesi sono stati uccisi a Gaza, con circa 170 mila feriti, per lo più bambini e donne, a causa della guerra israeliana durata due anni contro la Striscia. Le massicce distruzioni, che hanno preso di mira abitazioni e infrastrutture, hanno inoltre portato allo sfollamento di centinaia di migliaia di persone.