Decine di famiglie romane sono rimaste senza cucina e senza soldi a causa della chiusura improvvisa di un grande superstore di arredamenti. Lo showroom, tra cataloghi patinati e promozioni aggressive, aveva promesso cucine su misura, materiali di pregio e consegne rapide, incassando acconti tra 2.000 e 5.000 euro. Il copione denunciato dai clienti è sempre lo stesso: preventivo firmato, acconto versato, settimane di silenzi, nessuna data di consegna. Chi ha cercato di recarsi nello showroom ha trovato serrande abbassate e un cartello anonimo: “Chiuso per ristrutturazione”. Alcune famiglie avevano già demolito le vecchie cucine, pianificato traslochi o dovuto vivere per mesi con un fornello da campeggio. Qualcuno ha raccontato: “Abbiamo dato 3.800 euro di anticipo a maggio e da allora nessuno risponde più al telefono, le mail rimbalzano, il numero dell’amministrazione è inesistente. È come se fossero spariti nel nulla”. Sui social si sono moltiplicati i gruppi di clienti truffati. Alcuni hanno già sporto denuncia ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza. L’ipotesi degli investigatori è quella di una truffa seriale, con incassi degli acconti fino all’ultimo giorno di apertura e chiusura improvvisa dello showroom. Nel frattempo, le vittime si stanno organizzando: avvocati, segnalazioni alle associazioni dei consumatori e una pagina Facebook dove si raccolgono testimonianze, fatture e bonifici. “Non chiediamo miracoli – scrivono – ma giustizia e che nessun altro cada nella stessa trappola”. Il cosiddetto “superstore dei sogni” si è trasformato in un cantiere incompiuto, con cucine mai arrivate, salotti fantasma e una sola certezza: soldi versati e fiducia tradita.