sabato, Novembre 22, 2025

Attacco russo su Kharkiv, colpito un ospedale. Zelensky venerdì vola da Trump: “C’è speranza anche per noi”

All’alba di oggi, la città orientale di Kharkiv è stata teatro di un nuovo, devastante attacco missilistico russo che ha causato vittime, numerosi feriti e gravi danni a strutture civili. L’operazione ha scosso la vita quotidiana dei residenti e rilanciato le richieste di maggiore protezione da parte della comunità internazionale. L’esplosione principale si è verificata nel quartiere Osnovianskyi, colpendo un condominio ad alta densità abitativa. Gli effetti secondari dell’attacco – shrapnel, vetri infranti, onde d’urto – hanno esteso la zona di danneggiamento ben oltre il punto d’impatto. Le autorità locali hanno emesso allerte per la popolazione, invitando chi era nelle vicinanze di finestre o edifici instabili a trovare rifugio. I servizi di sicurezza hanno iniziato le verifiche per eventuali vittime sotto le macerie. La gestione di missili così complessi come i Tomahawk richiederà la partecipazione di specialisti americani, ha dichiarato il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov. Il vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitri Medvedev aveva scritto in precedenza sui social che la possibile fornitura di questi missili all’Ucraina potrebbe finire male per tutti. Ha sottolineato che il lancio di tali missili, nel caso in cui fossero forniti all’Ucraina, non sarebbe effettuato da Kiev, ma dagli Stati Uniti. “La gestione di missili così complessi richiederà in un modo o nell’altro la partecipazione di specialisti americani al processo. Questo è un fatto evidente. È proprio di questo che si parla nel messaggio da voi citato”, ha detto Peskov ai giornalisti in risposta alla richiesta di commentare le dichiarazioni del vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev. Il portavoce del presidente ha sottolineato che qualsiasi esperto “lo capisce perfettamente e ne è consapevole”. “Abbiamo già parlato così tanto di questo argomento dei ‘Tomahawk’ che non vedo il senso di ripetere altro”, ha aggiunto Peskov. L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha dichiarato lunedì che fornire missili Tomahawk statunitensi all’Ucraina potrebbe avere conseguenze negative per tutti, in particolare per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Medvedev, un falco convinto che ha ripetutamente provocato Trump sui social media, ha affermato che è impossibile distinguere tra missili Tomahawk con testate nucleari e quelli convenzionali dopo il loro lancio, un punto sollevato anche dal portavoce del presidente Vladimir Putin. “Come dovrebbe rispondere la Russia? Esattamente così!”, ha affermato Medvedev su Telegram, sembrando suggerire che la risposta di Mosca sarebbe nucleare. Trump ha ribadito domenica che potrebbe offrire missili Tomahawk a lungo raggio che potrebbero essere utilizzati da Kiev se Putin non ponesse fine alla guerra in Ucraina. Il portavoce ha inoltre detto che non ci sono progressi o novità né nei colloqui con l’Ucraina né per una possibile nuova telefonata tra Putin e Trump; ha infine affermato che i russi espulsi dalla Lettonia perché non conoscevano la lingua lettone potranno tornare in patria e stabilirsi in Russia: “Se sono cittadini russi, possono tornare nella loro patria, in Russia, e costruire la loro vita qui”.Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky venerdì dovrebbe incontrare il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca. Trump ha confermato l’incontro mentre parlava con i giornalisti a bordo dell’Air Force One mentre tornava dal Medioriente. Alla domanda se riceverà Zelensky venerdì, Trump ha risposto: “Penso di sì, sì”. L’agenzia delle Nazioni Unite per il controllo nucleare (AIEA) sta spingendo l’Ucraina e la Russia a concordare una tregua locale in modo da poter ripristinare l’energia elettrica esterna alla grande centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Lo hanno riferito all’Associated Press due diplomatici a conoscenza del piano. Dal 23 settembre, quando l’ultima linea elettrica esterna rimasta è stata interrotta in seguito ad attacchi per cui entrambe le parti si sono incolpate a vicenda, la centrale funziona con generatori diesel. L’agenzia propone di ripristinare l’alimentazione esterna alla centrale in due fasi: durante la prima fase, verrebbe istituita una zona di cessate il fuoco con un raggio di 1,5 chilometri per consentire la riparazione della linea da 750 kilovolt di Dniprovska, la principale linea elettrica dell’impianto che è stata danneggiata in un’area sotto il controllo russo. Durante la seconda fase, verrebbe istituita una seconda zona di cessate il fuoco per riparare la linea di riserva Ferosplavna-1 da 330 kilovolt, che si trova in un’area sotto il controllo dell’Ucraina. Gli esperti dell’AIEA sarebbero presenti per monitorare le riparazioni, che in origine erano state proposte per un periodo di 7 giorni dall’11 al 17 ottobre. Tuttavia, sebbene la parte ucraina abbia fornito le necessarie garanzie di passaggio sicuro per le squadre di riparazione, la Russia non ha fornito tali garanzie in tempo per l’inizio dei lavori secondo il calendario previsto. Una fonte russa ha affermato che i preparativi per le riparazioni sono in corso e che potranno iniziare molto presto. L’impianto si trova in un’area sotto il controllo russo dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca e non è in servizio, ma ha bisogno di energia per raffreddare i suoi sei reattori spenti e il combustibile esaurito, al fine di evitare incidenti nucleari. “Sarebbe fantastico stringere un accordo di pace con l’Iran, ma prima dobbiamo occuparci della Russia. Se non ti dispiace, Steve (Witkoff, ndr), concentriamoci sulla Russia. Ci penseremo noi”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, rivolgendosi al suo inviato speciale nel suo intervento al parlamento israeliano (Knesset) dopo la liberazione degli ultimi ostaggi vivi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.

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