lunedì, Novembre 17, 2025

Femminicidio di Pamela Genini: Soncin si avvale della facoltà di non rispondere, indagini serrate tra coltelli e pistole

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gianluca Soncin, 52 anni, accusato dell’omicidio della fidanzata Pamela Genini, la 29enne uccisa con 24 coltellate a Milano. L’interrogatorio è stato condotto ieri dal Gip Tommaso Perna e Soncin, assistito dall’avvocato Simona Luceri, ha scelto la linea del silenzio, come già aveva fatto subito dopo l’arresto in ospedale, dove era stato portato dopo aver inscenato un tentativo di suicidio. L’uomo si trova attualmente in isolamento nel carcere di San Vittore, con un vistoso cerotto sul collo per i tagli superficiali auto-inflitti. La sua legale ha dichiarato che Soncin “non è lucido” e non ha ancora preso consapevolezza di quanto accaduto. Il gip dovrebbe depositare il proprio provvedimento entro oggi, mentre la Procura di Milano ha chiesto la convalida del fermo e l’applicazione della misura cautelare in carcere per omicidio pluriaggravato. Le indagini della Polizia, coordinate dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, hanno portato al sequestro nell’abitazione di Soncin a Cervia di una decina di coltelli, cutter e coltelli a serramanico simili a quello utilizzato per il delitto, oltre a quattro-cinque pistole scacciacani. Sono state rinvenute anche delle chiavi che potrebbero corrispondere a quelle dell’abitazione della vittima, di cui Soncin aveva fatto copia per introdursi in casa. Dalla ricostruzione emerge un quadro drammatico: Pamela Genini avrebbe cercato di allontanarsi dall’uomo, pianificando la fuga per sottrarsi alla violenza. A raccontarlo è l’ex fidanzato della giovane, Francesco Dolci, che in un’intervista a Storie Italiane su Rai 1 ha descritto una spirale di minacce, aggressioni e persecuzioni che la vittima subiva da tempo. “Pamela voleva una vita normale, una famiglia, e stava cercando di uscire da un incubo”, ha spiegato Dolci. Secondo il testimone, Soncin già in passato aveva tentato di uccidere la giovane, come all’Isola d’Elba, e negli ultimi mesi l’aveva minacciata ripetutamente. Dolci ha raccontato gli istanti finali della tragedia: mentre era al telefono con Pamela, l’uomo si è introdotto nell’abitazione facendo il doppione delle chiavi, ignorando le richieste di aiuto della ragazza e realizzando il femminicidio premeditato. Le autorità proseguono gli accertamenti sul materiale sequestrato e sul modus operandi dell’indagato, mentre l’intera vicenda ha scosso profondamente la comunità, riaprendo il dibattito sulla violenza di genere e sui segnali di allarme spesso ignorati.

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