sabato, Novembre 22, 2025

Hamas: “Vogliamo restituire i corpi ma potrebbe volerci tempo”. Telefonata Trump-Netanyahu

Hamas ha nuovamente affermato in una dichiarazione ufficiale che la restituzione dei corpi di altri ostaggi richiederà tempo. “Alcuni si trovano in tunnel distrutti da Israele e altri rimangono sotto le macerie  degli edifici bombardati. Il recupero dei corpi di altri ostaggi richiede attrezzature per la rimozione dei detriti, impossibili da trasportare a causa del divieto israeliano”, ha affermato Hamas, aggiungendo di  voler rimanere fedele all’accordo. Si è conclusa ieri sera la riunione tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i suoi consiglieri più stretti sulle presunte violazioni del cessate il fuoco e sulle salme degli ostaggi. Secondo un messaggio di testo del coordinatore israeliano per gli ostaggi, Gal Hirsch, inviato alle famiglie degli ostaggi e ottenuto dalla Cnn, si è trattato di una “lunga discussione operativa” che ha coinvolto Netanyahu, alti funzionari della Difesa e membri del team negoziale. “Un argomento principale, ovviamente, è stato il ritorno degli ostaggi deceduti”, si legge nel messaggio. “Durante l’incontro, c’è stata una pausa per una conversazione tra il Primo Ministro e il presidente Trump, durante la quale è stata discussa la questione degli ostaggi deceduti”. Una fonte ha riferito alla Tv americana che Israele ritiene che Hamas abbia accesso ad almeno altri sei corpi. Il portavoce del capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres, Stephane Dujarric, afferma che le notizie secondo cui i corpi palestinesi restituiti a Gaza questa settimana presentano segni di tortura “sono estremamente preoccupanti”. “E come abbiamo detto più volte, bisognerà accertare le responsabilità per tutte le violazioni del diritto internazionale a cui abbiamo assistito durante questo conflitto”, ha affermato Dujarric durante una conferenza stampa, senza entrare nei dettagli delle accuse. Come abbiamo riferito, le autorità di Gaza affermano che i corpi dei palestinesi trattenuti in carcere da Israele presentano segni di violenza. Nuovi “violenti” attacchi sono stati lanciati questa sera dall’aviazione israeliana nel sud del Libano, che hanno causato almeno tre feriti. “Le esplosioni hanno illuminato il cielo e si sono susseguite una dopo l’altra. Sono state molto potenti e molto vicine a noi. Le case tremavano e gli aerei da guerra volavano così bassi che sembrava stessero colpendo le case”, ha raccontato al quotidiano L’Orient Le Jour un abitante di Adloun, località situata 17 chilometri a sud di Sidone. Le Forze di difesa israeliane affermano di aver effettuato attacchi aerei contro diversi siti di Hezbollah nei pressi del villaggio di Mazraat Sinay, nel Libano meridionale. Secondo l’Idf, tra gli obiettivi c’era una cava in cui Hezbollah produceva cemento per ricostruire le sue strutture distrutte durante i combattimenti dell’anno scorso. Inoltre, l’esercito israeliano comunica di aver colpito un sito utilizzato da un gruppo ambientalista noto come ‘Green Without Borders’, che l’Idf ha precedentemente denunciato come un fronte di Hezbollah per lo svolgimento di attività clandestine lungo il confine tra Israele e Libano.
 

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